antimafia “Oro Bianco” hanno fatto ricorso al Tribunale del Riesame di Palermo a cui hanno chiesto di annullare i provvedimenti restrittivi a loro carico. I difensori degli arrestati, dunque, hanno impugnato l'ordinanza al Tribunale della Libertà che potrebbe dare, in un senso o nell'altro, una svolta all'inchiesta. “Oro Bianco” avrebbe scompaginato il clan mafioso di Palma di Montechiaro, uno dei più attivi della provincia di Agrigento, che sarebbe stato alle prese con traffici di cocaina e rapporti stretti con il mondo della politica.
Decisive le rivelazioni del pentito Giuseppe Quaranta, arrestato nel 2018 nell'ambito dell'operazione “Montagna” e subito messosi a disposizione della giustizia. Tra i pentiti, in relazione a questa inchiesta, sono stati ascoltati anche i pentiti Maurizio Di Gati e Franco Cacciatore. Gli arrestati hanno fatto tutti scena muta in occasione dell'interrogatorio di garanzia, tranne Calogero Lumia, 74 anni, agli arresti domiciliari, che avrebbe dichiarato in modo spontaneo di non avere nulla a che fare né con la mafia né con questo clan. Per gli inquirenti, invece, avrebbe ricoperto un ruolo di assoluto rilievo. Quello di Palma di Montechiaro sarebbe stato un clan denominato “paracco”, ossia una cosca parallela a Cosa Nostra e alla Stidda. Per Di Gati, il “paracco” non fa parte direttamente di Cosa Nostra, ma Cosa Nostra usa queste persone quando ne ha bisogno, quando non si vuole esporre in prima battuta. Oltre ai 12 arrestati che adesso chiedono di tornare in libertà, il GIP ha respinto la richiesta di arresto per altri 14 indagati. Nelle prossime ore saranno fissate le udienze.