Trapani hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro, e contestuale confisca dei beni, del valore di circa 5 milioni di euro, nei confronti di Fabrizio Vinci, arrestato nel 2017 dal Ros, nell’ambito dell’operazione ‘Visir’ e condannato nell’aprile del 2020 dal Tribunale di Marsala a 12 anni di reclusione “quale imprenditore mafioso a disposizione dell’articolazione di Cosa Nostra trapanese operante nel territorio di Mazara del Vallo e Marsala”.
Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Trapani su richiesta della Procura distrettuale di Palermo, si fonda sulle risultanze di quell’indagine, che ha colpito il mandamento di Mazara del Vallo e la famiglia mafiosa di Marsala, “al tempo capeggiata dall’uomo d’onore Vito Vincenzo Rallo, che operava secondo le direttive del latitante Matteo Messina Denaro”, stando agli investigatori dell’Arma.
Le indagini, oltre a documentare gli assetti di vertice e i delitti commessi dalla famiglia mafiosa, hanno consentito di raccogliere “importanti elementi sul suo collocamento baricentrico nelle relazioni criminali tra le province di Trapani e Palermo, nonché riscontri sulla costante operatività del latitante”.
Secondo l’accusa, Vinci avrebbe “stabilmente messo le proprie imprese a disposizione degli esponenti della famiglia mafiosa di Marsala” per favorirne l’infiltrazione nel settore dell’edilizia e del calcestruzzo, nonché preso parte a riunioni dell’organizzazione in cui venivano trattate rilevanti questioni inerenti alla spartizione dei lavori sull territorio di riferimento.
Il provvedimento costituisce un'ulteriore progressione dell’indagine ‘Visir’ del Ros che ha già portato alla condanna di 14 imputati per un totale di oltre 173 anni di reclusione, clan mafioso che per un soffio non riuscì a portare a termine ben tre omicidi.