nei confronti di 6 persone gravemente indiziate dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una pluralità di truffe ai danni dello Stato, realizzate nell’ambito della gestione di un ente, che, in partenariato con numerosi comuni della provincia, si occupa di accoglienza e ospitalità di soggetti extracomunitari richiedenti asilo. Gli indagati coinvolti, a vario titolo, nella gestione amministrativa, contabile ed operativa della nota associazione di promozione sociale "Omnia Academy" con sede a Favara, sono accusati di avere fraudolentemente ottenuto contributi e finanziamenti pubblici per un importo pari alla somma sequestrata e consistente nelle rette giornalmente ottenute per l’accoglienza di migranti che, però, sarebbero stati fittiziamente presenti nelle varie strutture gestite dall’associazione, alle spese fittiziamente sostenute ed illecitamente fatturate ai danni dei vari enti locali preposti all’erogazione dei contributi, nell’ambito dei progetti S.P.R.A.R . (Sistema di protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). La Guardia di finanza ha agito su delega del procuratore aggiunto della Repubblica di Agrigento Salvatore Vella e della sostituta Elania Manno, dando esecuzione ad un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale. Inquirenti ed investigatori ritengono di avere dimostrato, attraverso le indagini di polizia economico-finanziaria condotte, che i responsabili della Omnia Academy, nel corso degli anni, hanno reiteratamente sottoscritto e presentato false dichiarazioni circa l’effettiva presenza degli ospiti nei vari centri di accoglienza gestiti dall’associazione, false rendicontazioni e attestazioni di spesa - documentate da fatture per operazioni inesistenti per oltre un milione di euro-, omettendo anche di comunicare l’allontanamento dei migranti dai propri centri di accoglienza. I provvedimenti cautelari in esecuzione sono stati richiesti ed ottenuti al fine impedire ulteriori presunte condotte truffaldine da parte degli indagati, cui è stata inibita la possibilità di avere ulteriori rapporti con la Pubblica Amministrazione e a cui è stato imposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Nei loro confronti è stato, altresì, disposto il sequestro di quello che si ritiene essere stato il profitto del reato, ovvero di altri beni nella loro disponibilità di valore equivalente al profitto delle condotte criminose loro contestate. Nel corso dell’operazione sono stati individuati e sottoposti a vincolo cautelare dalla Guardia di Finanza decine di conti e rapporti bancari e finanziari riconducibili agli indagati, dieci unità immobiliari, tra cui due lussuose ville nel territorio agrigentino, e altri beni registrati, che in caso di condanna, sono suscettibili di confisca a ristoro del danno economico patito dall’Erario.