John Luppino, 41 anni, attualmente in carcere, re delle scommesse di Campobello di Mazara, ritenuto vicino al boss Matteo Messina Denaro, di cui avrebbe finanziato la latitanza. Il sequestro è stato operato dai Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani e del R.O.S., coadiuvati da quelli del NAS di Roma e del Nucleo Investigativo di Ragusa, che hanno dato esecuzione ad un provvedimento emesso dal Tribunale di Trapani, su proposta della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo. Luppino, in passato Consigliere Comunale di Campobello di Mazara, era stato arrestato nel 2019 per associazione di tipo mafioso nell'ambito dell'indagine Mafiabet che aveva permesso di monitorare la rapidissima ascesa imprenditoriale di Luppino nel mondo delle scommesse e dei giochi on-line. Luppino avrebbe diretto il settore economico dell’esercizio di giochi e scommesse affidando alcune delle relative agenzie ad altri associati mafiosi. La sua ascesa sarebbe stata favorita dagli affiliati ai mandamenti mafiosi di Castelvetrano e Mazara del Vallo che avrebbero obbligato i vari esercizi commerciali del trapanese ad installare i device delle società di Luppino, pena pesanti ritorsioni. Gli esercizi che invece accettavano il monopolio facente capo a Cosa Nostra, potevano godere della “protezione” dei mafiosi. L’ascesa dell’imprenditore Luppino, secondo quanto emerso dalle indagini, era stata sovvenzionata con cessioni di denaro dai mandamenti mafiosi diretti dal latitante Matteo Messina Denaro. I beni sequestrati, localizzati nelle province di Roma e Trapani, sono costituiti da 10 società e relativi compendi aziendali, 6 terreni, 14 rapporti bancari, 1 motoveicolo, 1 cavallo da corsa, nonché denaro contante, titoli di credito e persino dei lingotti d’oro. Si tratta del secondo sequestro di beni nel giro di pochi giorni per due ex consiglieri comunali. Prima di Luppino, era stata la volta di Lillo Giambalvo, segno della forte contaminazione in taluni casi tra politica e criminalità organizzata.
Luppino, per gli inquirenti, aveva il volto del mafioso perfetto, che non si è mai affiliato e che ha appoggiato Cosa nostra in modo discreto, proponendo affari e guadagni, si è occupato di politica, lui stesso tra il 2006 e il 2011 è stato consigliere comunale e i mafiosi di Mazara del Vallo addirittura pensavano a lui come candidato a sindaco di Campobello o anche a qualche altro seggio più importante.