che indagano anche contro di lui nell'ambito dell'inchiesta che ha disvelato un presunto sistema di false comunicazioni di contagi e decessi per Covid dalla Regione Siciliana al ministero della Salute. Destinatario di un avviso di garanzia, Razza era stato invitato a comparire. Secondo il procuratore aggiunto di Trapani Maurizio Agnello un amministratore pubblico dovrebbe avere il dovere di spiegare la sua posizione. Lo ha detto in un'intervista a Rai News 24, nel corso della quale il magistrato non ha esitato a parlare di "condotte spregiudicate".
L'avvocato di Razza Enrico Trantino ha ribattuto alle dichiarazioni del dottor Agnello evidenziando che il suo assistito non poteva rispondere ad una procura che si è già dichiarata territorialmente incompetente, visto che gli atti d'indagine sono già stati trasmessi alla magistratura di Palermo.
Il procuratore aggiunto il quale ha detto anche che "il reato di falso è funzionale di solito ad altro. Dobbiamo capire perché. Apparentemente, l’unico motivo che ci siamo dati, atteso che la massima autorità politica regionale, cioè il presidente Musumeci, aveva invocato a più riprese la zona rossa, è che si volesse dare l’apparenza di una macchina sanitaria efficiente mentre così non era. O non lo era così come la si voleva fare apparire". Nell'ambito dell'indagine nel frattempo sono finiti agli arresti domiciliari Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico, il funzionario della Regione Salvatore Cusimano e il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell'assessorato Emilio Madonia. L'accusa: falsità materiale e ideologica.
E passiamo alle conseguenze politiche. Ruggero Razza ha rassegnato le sue dimissioni nelle mani del presidente della Regione Nello Musumeci, che ieri ha riferito su quanto accaduto durante una delle sedute che l'Assemblea Regionale Siciliana sta dedicando all'esame della legge finanziaria. A fare discutere in queste ore sono le intercettazioni telefoniche, quelle rese pubbliche dagli inquirenti, nella parte in cui si evidenzia la necessità che il numero di morti reali da comunicare a Roma venisse "spalmato" su più giorni, allo scopo evidentemente di scongiurare l'istituzione in Sicilia della "zona rossa".