Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo nell'ambito dell'inchiesta che avrebbe scompaginato i nuovi mandamenti mafiosi di Agrigento e Canicattì, che avrebbero mantenuto dei rapporti con il latitante Matteo Messina Denaro.
Si tratta di tre indagati che erano già finiti in carcere lo scorso 2 febbraio, giorno del blitz "Xydi", e poi tornati in libertà per effetto dei provvedimenti dei gip di Agrigento, Alessandra Vella e Stefano Zammuto, e del gip di Palermo, Lirio Conti: la Dda insiste e si è rivolto al tribunale del riesame per ribaltare le ordinanze che non convalidavano i fermi e non applicavano alcuna misura.
I pm Claudio Camilleri, Geri Ferrara e Gianluca De Leo chiedono di disporre l'arresto per Giuseppe Pirrera, 61 anni, di Favara; Gianfranco Roberto Gaetani, 53 anni, di Naro e Antonino Oliveri, 36 anni, di Canicattì.
Pirrera è un commerciante accusato di favoreggiamento aggravato per avere fatto da intermediario fra Buggea e alcuni emissari di Cosa nostra americana. Gaetani è ritenuto una sorta di canale di collegamento fra Calogero Di Caro, capo del mandamento di Canicattì con gli altri associati, mentre un ruolo simile viene delineato per Oliveri che avrebbe pure "contribuito al controllo delle dinamiche economiche dell'associazione". Le udienze al tribunale della libertà sono state fissate per il 20 e 21 aprile.
L'operazione, eseguita dal Ros dopo due anni e mezzo di indagini ed intercettazioni, ha colpito, in particolare, il mandamento di Canicattì che, sostiene l'accusa, si sarebbe riorganizzato attorno all'anziano boss Calogero Di Caro, all'imprenditore mafioso Giancarlo Buggea e, soprattutto, all'avvocato Angela Porcello, compagna di Buggea, che avrebbe approfittato della sua posizione per veicolare messaggi dei boss, organizzare summit, gestire i soldi dei detenuti, suggerire strategie difensive ed affari per la consorteria mafiosa.
Alcuni spunti investigativi avrebbero messo in relazione alcune persone vicine a Matteo Messina Denaro (indagato anch'esso nell'inchiesta Xidi) con Buggea.