“Il Comune di San Biagio Platani era al servizio dei boss. L'ex sindaco Santo Sabella è stato eletto grazie ad un accordo col capomafia del paese Giuseppe Nugara, con una precisa strategia messa a punto nei dettagli che prevedeva pure una formale contrapposizione di liste che, in realtà, serviva solo a favorire la sua elezione”. Queste le parole del Pm durante la requisitoria del processo scaturito dall'operazione “Montagna”. La pena richiesta per l'ex sindaco sarà quantificata il prossimo 6 maggio, giorno della quarta e ultima udienza dedicata alla requisitoria. Il Pm Alessia Sinatra ricostruisce un quadro durissimo e, al tempo stesso, desolante: Sabella, nel 2014, sarebbe stato eletto grazie al supporto della mafia locale, mentre in cambio avrebbe dovuto garantire affari ed appalti per gli uomini dei clan. Per il Pm, l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa è stata pienamente provata. Il boss Giuseppe Nugara, intanto, è stato già condannato a 19 anni e 6 mesi di reclusione nello stralcio abbreviato del processo. Il magistrato della Dda ha ripercorso, poi, la lunga serie di conversazioni ed intercettazioni dalle quali emergerebbe “un pieno accordo di spartizione del paese fra il sindaco e il capomafia”. Nelle trattative iniziali sarebbe stato coinvolto anche Raffaele La Rosa, cugino di Sabella, già condannato a 13 anni e 4 mesi di carcere.
Il Comune, quindi, a suo tempo, per questi fatti, è stato sciolto per infiltrazioni della criminalità organizzata ed a tutt'oggi non è mai tornato alle urne per eleggere un nuovo sindaco.
Non solo appalti, favoritismi e imprese connivente. La mafia aveva messo le mani, a quanto pare, anche sulla nota festa degli Archi di Pasqua, simbolo di San Biagio Platani. L’organizzazione degli Archi di Pasqua, secondo quanto raccontato dal pm, sarebbe stata inquinata dai loschi interessi dei clan, un affare di oltre 50 mila euro. Nel rito ordinario del processo, oltre a Sabella, vi sono altri 5 imputati.
Per l'inchiesta, fondamentali sono state le rivelazioni del pentito Giuseppe Quaranta di Favara, anch'egli arrestato nel blitz “Montagna”, ma da subito collaborativo con la giustizia.