se l’indice del contagio dovesse ancora aumentare o, comunque, mantenersi sopra i mille nuovi casi quotiani di posività, come succede ormai da diversi giorni. Già venerdì scorso, il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità ha certificato un Rt tra i più alti in Italia, 1.22. La Sicilia è risultata terza nella classifica delle Regioni a maggior rischio. Lo stesso presidente Musumeci, nel fine settimana, ha prospettato l’ipotesi che l’isola possa tingersi nuovamente di rosso con tutte le conseguenze in termini di danno ad una economia, già in ginocchio dopo un anno di pandemia.
Che i numeri del contagio siamo impietosi in Sicilia lo si evince dai tanti comuni in zona rossa locale, uno su quatto nell’isola, posto che già da giorni a incidere su questa percentuale è l’intera provincia di Palermo.
E potrebbe non essere l’unica. A temere che la zona rossa già in vigore in una decina di comuni possa estendersi a tutto il territorio è anche la provincia di Agrigento che dalla scorsa settimana registra un’ulteriore impennata di nuovi positivi con picchi di oltre 150 casi.
Hanno toccato quota 2000 gli attuali contagiati in provincia, dei quali 1.916 in isolamento domiciliare e 84 ricoverati negli ospedali di Sciacca, Ribera e Agrigento.
L’Asp di Agrigento non ha però avanzato alcuna specifica richiesta al presidente della Regione, almeno per il momento. La conferma arriva dal commissario Mario Zappia che pure sabato scorso, nel consueto punto settimanale sull’andamento epidemiologico in provincia, ha parlato di situazione preoccupante.
Che sia solo a livello provinciale o che arrivi per l’intera Regione il rischio zona rossa per la Sicilia è dietro l’angolo e, peraltro, in controtendenza con il dato nazionale che, seppure lentamente, inizia a registrare quel calo tanto atteso che dovrebbe portare, negli auspici, ad una progressiva riapertura dal prossimo mese di maggio.