truffa e falso fermata nelle scorse ore dai carabinieri di Bagheria era quella di una società finanziaria in franchising di Sciacca (Ag), presso la quale lavorava come impiegato il trentaquattrenne palermitano Giosuè Giglio, finito agli arresti domiciliari insieme ad altre tre persone (Roberto Caruso di 42 anni, Angelo Botta di 34 e Giovanni Romano di 35). Per il sostituto procuratore della Repubblica di Sciacca Michele Marrone, che accusa i componenti del gruppo anche di associazione a delinquere, sarebbe stato proprio Giglio, a conoscenza nel dettaglio dei meccanismi di accesso al credito, ad occuparsi della falsificazione di tutti i documenti necessari a potere ottenere un prestito, e di averlo fatto a nome di persone che, seguendo la trafila normale, non ne avrebbero avuti i requisiti (o perché già "protestati" o in quanto sprovvisti delle garanzie di reddito necessarie). Inoltre gli indagati avrebbero aperto un conto corrente dedicato, nel quale fare transitare i bonifici dei finanziamenti dopo che questi erano stati accordati. E così, nel corso della stessa giornata dell'accreditamento, dalla somma introitata ne veniva trattenuta immediatamente una parte, fino al 20% del totale incassato, con finanziamenti singoli che potevano arrivare fino a 60 mila euro. Per la procura questo meccanismo configura il reato di usura, che secondo gli investigatori "è stato commesso ai danni di persone letteralmente disperate perché in difficoltà economiche". La società finanziaria, con sede a Firenze, viene ritenuta parte lesa. La procura di Sciacca ha disposto perquisizioni all'interno della sede locale. L'indagine si è avvalsa di intercettazioni telefoniche e di riscontri documentali. Oltre ai quattro arrestati, nei confronti di altre 2 persone è stata disposta la misura cautelare dell'obbligo di dimora.