l'operazione “Artemisia”, quella con cui le forze dell'ordine sono sicure di aver smantellato una superloggia massonica segreta che avrebbe influenzato pesantemente la politica di Castelvetrano e dintorni. Tra i rinviati a giudizio anche l'ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto, che sarebbe stato il vertice di questa superloggia, e l'ex sindaco Felice Errante, suo presunto sodale. E' stato rinviato a giudizio anche Luciano Perricone, ex consigliere comunale ed ex candidato sindaco nel 2017 e nel 2019, prima quando le amministrative saltarono a causa del commissariamento per mafia del comune e dopo, due anni dopo, quando ritirò la sua candidatura a sindaco proprio a seguito agli arresti dell’operazione “Artemisia”.
Tra le persone rinviate a giudizio ci sono anche i poliziotti Salvatore Giacobbe, Salvatore Passanante e Salvatore Virgilio, il commercialista Gaspare Magro e altre otto persone. Inizialmente erano stati coinvolti anche altri indagati, le cui posizioni però sono state trasferite ad altre procure. Una vicenda che sullo sfondo si occupa di clientelismo, malasanità, 70 finte pensioni di invalidità e consenso elettorale per influire sulle scelte politiche della città: le accuse sono a vario titolo di corruzione, induzione indebita, concussione, traffico di influenza illecita, truffa, falso, rivelazione di segreti di ufficio e violazione della Legge Anselmi. Nonostante, una battaglia di competenze tra Procure, in particolar modo quelle di Trapani e Palermo, l'inchiesta è andata avanti e non si è sgonfiata. “Artemisia” portò ad una serie di arresti eccellenti con i carabinieri che indagavano già dal 2015 su quella che hanno definito un’associazione a delinquere, con a capo Lo Sciuto. Dell’associazione, scrivono gli inquirenti, oltre all’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante, avrebbe fatto parte anche l’ex vicesindaco Enzo Chiofalo. Sarebbe stata una sorta di super loggia segreta infiltrata nella massoneria ufficiale, dentro una loggia regolare. Un gruppo occulto che prendeva decisioni fuori dalle direttive della loggia ufficiale, al cui maestro venerabile non venne, infatti, addebitata alcuna responsabilità.
L’amministrazione locale ne sarebbe stata profondamente condizionata al punto da aver nominato addirittura 4 nuovi assessori presunti iscritti a logge massoniche. Una serie di commistioni e connivenze tra enti pubblici e privati tuttora al vaglio della magistratura inquirente.