il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento Francesco Provenzano sulla trasformazione o meno in ordinanze di custodia cautelare degli 8 fermi disposti dalla procura della Repubblica nell'ambito dell'operazione "Waterloo", l'inchiesta che ha fatto emergere un presunto sistema di potere fatto di favori, affari e rapporti inconfessabili attorno al funzionamento della "Girgenti Acque", la società che sin dal 2007 si aggiudicò la gestione privata delle risorse idriche pubbliche. Società che, secondo la magistratura, sarebbe stata condotta da un'associazione a delinquere. Una maxi inchiesta che vede una novantina di persone coinvolte, dai vertici aziendali ad alcuni dei dipendenti. Ci sono indagati anche tra i componenti del collegio sindacale, perfino tra rappresentanti delle forze dell'ordine. E ancora, sotto la lente d'ingrandimento dell'indagine anche un giornalista, un dirigente della Soprintendenza, un ex prefetto, alcuni consiglieri comunali, rappresentanti di imprese fornitrici di Girgenti Acque e funzionari dell'ARPA Sicilia l'organismo per la protezione ambientale. Aldilà delle intercettazioni (che sicuramente sono interessanti per capire le persone che eleggiamo e gli interessi di cui si fanno portatori), gli unici nomi eccellenti della politica indagati sono quelli del presidente dell'Ars Micciché e del deputato nazionale Scoma, che del primo era stato mandatario elettorale nella campagna per le regionali di 4 anni fa. Sono entrambi indagati per contributi elettorali irregolari. Micciché ha ottenuto finanziamenti da Girgenti Acque. Nelle scorse ore, oltre ad avere ribadito che è tutto in regola, Micciché ha smentito di essere mai stato a Cardiff nel 2017 per la finale di Champions League della Juventus. È accusato di corruzione invece l'ex presidente della provincia Eugenio D'Orsi. Secondo l'accusa avrebbe acconsentito all'aumento delle tariffe idriche da parte di Girgenti Acque in cambio dell'assunzione nella società dei due figli.
Un'indagine, quella denominata "Waterloo", dove evidentemente Napoleone sarebbe Campione, ad ampio raggio, che ipotizza i reati di associazione a delinquere e di concorso esterno in associazione a delinquere, ma anche furto, favoreggiamento personale, falso, violazione dei sigilli, introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi, ricettazione, false comunicazioni sociali, violazione delle norme ambientali e danneggiamento. Tra i fatti più gravi venuti fuori dall'inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Salvatore Vella c'è sicuramente la dotazione delle utenze agrigentine di 40 mila contatori di fabbricazione cinese che Girgenti Acque aveva acquistato da una società di proprietà del suo presidente Marco Campione. Contatori vietati dalla legge italiana, perché non misurano per come dovrebbero misurare e che rilasciavano, almeno nella fase iniziale, un quantitativo di piombo superiore a quello stabilito dalla legge e, dunque, pericolosi per la salute pubblica. Ma non è tutto. Sullo sfondo di questa storia dei contatori ci sarebbe stata una truffa. Dispositivi comprati ad un prezzo da Campione e poi rivenduti a Girgenti Acque a un prezzo maggiorato. C'è poi la vicenda dei soldi per la depurazione che si facevano pagare ai cittadini malgrado il relativo servizio non venisse garantito.
Ma torniamo alle intercettazioni. Nomi eccellenti di politici ne spuntano diversi, in effetti. Pare che Gianfranco Micciché avesse tentato di ricambiare l'aiuto per la sua campagna elettorale di Marco Campione facendolo candidare alle Politiche del 2018. Tentativo fallito, anche se Campione dichiarò pubblicamente di avere ricevuto un'offerta ma di essere stato lui a non aver potuto accettare. E ancora: il consigliere comunale di Cattolica Eraclea Giuseppe Giuffrida è finito nell'elenco di chi deve rispondere di concorso esterno in associazione per delinquere. Il suo nome compare nel presunto tentativo di fare da mediatore tra Marco Campione e Angelo Capodicasa affinché il governo nazionale impugnasse subito la legge per la ripubblicizzazione dell'acqua approvata dall'Ars nel 2015, quando al governo c'era Saro Crocetta. Norma poi cancellata dalla Corte Costituzionale.
E dell'allora governatore il presidente di Girgenti Acque non aveva certamente un'opinione lusinghiera. Poi viene fuori anche il nome dell'ex deputato Vincenzo Fontana, che si sarebbe lamentato con il componente del Cda Diego Galluzzo per avere affidato la gestione idrica alla società di Marco Campione senza ricevere niente in cambio. E ancora: il deputato regionale forzista Riccardo Gallo, che avrebbe ottenuto l'assunzione di persone da lui segnalate. Si parla anche di Giovanni Panepinto, la cui segretaria è stata anche lei assunta anche se, per la stessa procura, non c'è alcuna prova che la predetta assunzione sia avvenuta in maniera illecita. Poi c'è lo scontro tra Roberto Di Mauro e Margherita La Rocca Ruvolo. Era stata lei a portare a Sala d'Ercole il disegno di legge per la ripubblicizzazione dell'acqua, e Di Mauro le promise che gliel'avrebbe fatta pagare, anche scuotendola per le spalle (come raccontato dalla stessa parlamentare). Del coinvolgimento del padre di Angelino Alfano si sapeva sin dall'avvio dell'inchiesta. Per la procura avrebbe utilizzato la propria influenza per chiedere a Campione l’assunzione, o la stabilizzazione di soggetti a lui legati. Niente però di penalmente rilevante.