momento, dai Carabinieri che stanno indagando sull'omicidio avvenuto ieri a Favara. A cadere sotto i colpi di un killer solitario ed a volto scoperto è stato Salvatore Lupo, imprenditore delle case di residenza per anziani e in passato presidente del consiglio comunale di Favara. Lupo è stato freddato una volta uscito dal bagno di un bar di via IV Novembre. L'unico testimone dell'accaduto sembra essere il barista che avrebbe assistito inerme alla scena e che si trova, ancora adesso, in stato di shock. I Carabinieri, coordinati dal procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio e dai pubblici ministeri Paola Vetro e Barbara Cifalinò, stanno cercando di ricostruire quanto successo. Il killer non ha lasciato scampo alla vittima: ha mirato alla testa con l'obiettivo unico di uccidere. Due, forse tre, i colpi andati a segno e per Lupo non c'è stato nulla da fare.
Durante la notte, sono stati diversi gli interrogatori, ma, a quanto sembra, nessuno di questi ha fornito indicazioni interessanti. Nessuno avrebbe visto o sentito nulla di rilevante. Si stanno vagliando pure le immagini dei vicini sistemi di videosorveglianza con il sicario che potrebbe aver seguito la vittima, prima di colpire. Non è esclusa una svolta nel giro di poche ore. L'omicidio potrebbe anche essere non legato a questioni di criminalità organizzata, ma rientrare in vicende personali, lavorative o familiari, della vittima. Lupo, 45 anni, qualche tempo fa, era rimasto coinvolto nell'inchiesta denominata "Catene spezzate" che ipotizzava una serie di maltrattamenti ai danni di soggetti ospitati in una comunità. Lo scorso 20 maggio era stato rinviato a giudizio assieme ad altri 7 imputati nell'ambito della medesima inchiesta. Era finito al centro anche dell'inchiesta "Stipendi spezzati", che ipotizzava l'applicazione di un "pizzo" sulla busta paga dei dipendenti di una cooperativa di Licata, con stipendi che, in parte, sarebbero dovuti tornare indietro al datore di lavoro.