di Ferragosto, non ha avuto scampo. L'autopsia, eseguita ieri pomeriggio all'ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, parla chiaro: Lupo è morto sul colpo, a causa di due proiettili andati a segno. Uno alla tempia e uno sotto l'ascella. Un terzo colpo, forse il primo che è stato esploso, invece, non lo ha preso. A sparare un revolver calibro 38, impugnato, con precisione e freddezza, da un killer solitario e a volto scoperto. Dall'esame balistico si è potuto anche ricostruire come a colpire sia stato un uomo quasi certamente più alto rispetto alla vittima, che avrebbe sparato da distanza ravvicinato, non più di 60 – 70 centimetri. Dettagli o poco più posto che nessuno sembra avere visto né sentito nulla di rilevante.
Dai numerosi interrogatori non sarebbe emerso nulla né il barista, presente al momento dell'omicidio, sarebbe stato in grado di fornire indicazioni utili. Gli inquirenti non escludono alcuna pista e stanno scavando nel passato, lavorativo e familiare, di Salvatore Lupo. Tra le ipotesi al vaglio anche quella secondo la quale a colpire sia stato un sicario professionista venuto da fuori Favara e assoldato da qualcuno che avrebbe voluto fare del male all'ex presidente del consiglio comunale favarese. Nessuna indicazione sostanziale sarebbe emersa nemmeno dai sistemi di videosorveglianza: i pochi piazzati in via IV Novembre, luogo dell'omicidio, o non erano attivi oppure non puntavano i propri occhi verso il bar all'interno del quale si è consumato il delitto. Un vero e proprio rompicapo per la Procura di Agrigento per quello che appare essere come un agguato preparato, premeditato ed eseguito nei minimi dettagli. Entro 90 giorni è attesa la perizia formale dell'autopsia di Salvatore Lupo che potrebbe rivelare agli inquirenti qualche dettaglio in più.