Un dato che fa riflettere. Lo ha dichiarato il vicequestore e capo della Direzione investigativa antimafia di Agrigento, Roberto Cilona, illustrando il contenuto della relazione relativa al secondo semestre 2020 consegnata al Parlamento. Il dato più significativo del periodo di analisi è sicuramente quello relativo alle denunce di estorsione che fa registrare un incremento di quasi il 50%. “Il fenomeno mafioso sul territorio tende a soggiogare le realtà commerciali e imprenditoriali attraverso il pagamento di denaro o altre utilità – ha dichiarato Cilona – Ci auguriamo che questi numeri nel tempo possano continuare ad aumentare poiché la denuncia delle estorsioni rappresenta un primo passo per avere le condizioni migliori possibili al fine di contrastare la mafia. Confermata poi la natura tradizionalista di Cosa Nostra agrigentina ed il suo forte radicamento sul territorio. Cosa nostra agrigentina evidenzia inoltre collegamenti con le famiglie catanesi, nissene, palermitane e trapanesi non disdegnando rapporti con realtà criminali oltre lo Stretto. Emblematiche, in tal senso, le risultanze dell’operazione “Passepartout” del novembre 2019 che ha inoltre disvelato il tentativo di ricostituzione di una rete di relazioni anche di carattere internazionale. Particolarmente rilevante per la ricostruzione delle dinamiche criminali della provincia è poi l’operazione “Xydy”. Tra i destinatari del relativo provvedimento di fermo c’è infatti anche Matteo Messina Denaro che avrebbe mantenuto attive le comunicazioni con i capi delle famiglie agrigentine e un ruolo di rilievo per le decisioni strategiche. Risulta infatti che al latitante i capimafia della provincia “…riconoscono unanimemente l’ultima parola sull’investitura ovvero la revoca di cariche di vertice all’interno dell’associazione…”. Il boss di Castelvetrano sarebbe quindi “…a tutt’oggi in grado di assumere decisioni delicatissime per gli equilibri di potere in cosa nostra, nonostante la sua eccezionale capacità di eclissamento e invisibilità”.“ Il capo della Dia di Agrigento, infine, si è soffermato sul dinamismo della criminalità organizzata nel settore delle scommesse online e su un possibile argine a questo fenomeno: “Ci sono una serie di mercati in cui basta poco che dal legale si passi all’illegale. Uno tra questi, forse il più importante, è quello dei giochi. Le ultime indagini restituiscono il dato che, accanto ad una struttura lecita, ce ne sia molto spesso un’altra totalmente illecita e illegale che porta montagne di liquidità al crimine organizzato.