È salito a 10 il numero di salme dei migranti morti nei naufragi e seppelliti nel cimitero di Sciacca spostate perché “persone mai identificate”. Lo ha detto oggi don Mussie Zerai, prete eritreo ed attivista a sostegno dei migranti e dei rifugiati con la sua agenzia "Habeshia", candidato al Nobel per la pace nel 2015. Ieri pomeriggio le prime notizie su 3 loculi svuotati. "Ho appreso i fatti – aveva denunciato il sacerdote - da due donne, sorelle di una delle vittime, venute apposta dalla Svizzera per rendere omaggio al cimitero davanti la tomba della propria congiunta. Ma il loculo era vuoto. Così come erano vuote anche altre due tombe vicine, anche queste all'epoca dei fatti occupate dalle salme di altre vittime della tragedia 3 ottobre". Padre Zerai ha aggiunto che la salma scomparsa appartenente alla sorella delle due congiunte venute dalla Svizzera era stata senz'altro identificata, e che i familiari dispongono di un documento ufficiale che lo certifica. "Inoltre – aveva osservato il prete - il processo di identificazione delle altre vittime sta procedendo, e nei giorni scorsi proprio a Lampedusa alcune persone sono state sottoposte al test del Dna". Oggi padre Mussie ha lanciato un appello a tutte le prefetture e ai comuni siciliani che hanno accolto le salme di migranti "per lasciarli riposare in pace – dice - dove sono stati sepolti originariamente". L'iniziativa fa seguito alla decisione di alcuni cimiteri comunali di spostare le salme in fosse comuni, come successo a Sciacca. Don Mussie Zerai sottolinea che "mancano all'appello 10 salme spostate senza che sia stato informato nessuno dei parenti e familiari. Il rischio che si perdano delle salme gettate nelle fosse comuni - sottolinea il sacerdote - è altissimo e lede il diritto delle famiglie di avere una tomba su cui piangere una volta identificato il corpo del congiunto deceduto anche a distanza di molti anni". L'attivista ha ribadito che "i familiari dei migranti morti continuano a chiedere l'identificazione e anche in queste ora stanno facendo l'esame del Dna". Una volta identificati il Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse rilascia un documento indicando il luogo di sepoltura originaria. Don Mussei Zerai conclude così il suo appello: "il diritto che i morti riposino in pace senza sballottarli di qua e di la, e il diritto delle famiglie di sapere che il proprio caro è sepolto al sicuro senza che nessuno profani la sua tomba è sacro". Francesca Valenti ha disposto un'indagine interna per accertare ogni responsabilità, chiedendo al dirigente responsabile chiarimenti di fronte ad un fatto che la prima cittadina definisce “gravissimo ed ingiustificabile”. Aveva assunto un impegno già ieri pomeriggio dopo avere appreso dai giornalisti quanto era successo, dicendosi sconcertata e precisando che è obiettivo dell'amministrazione che le salme delle vittime del naufragio vengano nuovamente tumulate in quegli stessi loculi, nel rispetto della memoria e della identità di città, quella di Sciacca, inequivocabilmente dalla parte dei più deboli".