di Ravanusa e di Campobello di Licata dove abitavano Selene e Giuseppe e dove sarebbe arrivato il piccolo Samuele che non ha fatto in tempo a nascere, ma che era a pieno titolo uno di noi". Lo ha detto l'arcivescovo di Agrigento Alessandro Damiano che ha officiato, in piazza Primo Maggio, i funerali solenni delle vittime della strage di via Trilussa a Ravanusa riferendosi al bimbo in grembo alla donna morta col marito a causa dell'esplosione di gas. "Che senso ha tutto questo? Me lo chiedo insieme a voi - ha aggiunto monsignor Damiano - . Una tragedia che forse una maggiore prudenza e attenzione avrebbe potuto evitare. Da questa, come da tante tragedie della storia, dobbiamo rialzarci. Lo dobbiamo in particolare per quella creatura che ha visto la luce della resurrezione senza vedere la luce di questo mondo".
Ad ascoltare l'omelia dell'arcivescovo, in silenzio, alcuni abbracciati e coperti da un manto di lana, i familiari delle 10 vittime. I feretri sono stati sistemati, fra lo straziante e disperato pianto dei familiari, in piazza Primo Maggio dove il silenzio era surreale. Schierati, in alta uniforme, ai piedi dell' ingresso della chiesa Madre, tutte le forze dell'ordine. Nelle prime file, indossando la fascia tricolore, ci sono tutti i sindaci dell'Agrigentino. Su uno dei balconi che si affaccia sulla piazza, uno striscione con la scritta: "Dio vi accolga fra le sue braccia - io sono la resurrezione e la vita, chi crede in me, anche se muore, vivrà". Ad assistere alla cerimonia funebre, in divisa e indossando gli stessi caschi utilizzati nei giorni di soccorso e ricerche, decine di vigili del fuoco. Al bordo della piazza anche un camion dei pompieri.