per svariati motivi, uomini delle forze dell'ordine, imprenditori ed insegnanti. Al centro dell'inchiesta il medico di base di Menfi Pellegrino Scirica, già coinvolto circa un anno fa nel blitz antimafia "Opuntia" con l'accusa di avere messo a disposizione il suo studio per gli incontri riservati fra gli esponenti delle cosche. Adesso per lui l'accusa è di falso ideologico e truffa.
14 i soggetti iscritti sul registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Sciacca. Questa seconda inchiesta, a carico di Scirica, a quanto pare, è venuta fuori proprio dal faldone relativo ad "Opuntia" e si è avvalsa, in maniera decisiva, delle intercettazioni telefoniche ed ambientali. Come si evince da alcune di queste, molte volte, sarebbero stati gli stessi pazienti a decidere autonomamente malattia e cura da far scrivere sul certificato.
Diversi, come detto, i casi emersi: dall'imprenditore che avrebbe ottenuto certificati falsi per far apparire i propri operai tutti in regolare in relazione all'ottenimento di un appalto, all'uomo che avrebbe chiesto di poterne esibire uno per evitare di andare in tribunale a deporre nell'ambito di un processo.
E poi il finanziere che avrebbe ricevuto due certificati nello stesso giorno per potersi assentare tutta la settimana dal lavoro; l'uomo che avrebbe preteso il documento per poterlo esibire all'Assicurazione e così ottenere l'indennizzo a seguito di un incidente stradale; il carabiniere che avrebbe ottenuto l'attestazione in favore del figlio, in quel momento in servizio presso l'Esercito, per permettergli di prolungare la sua permanenza a casa; e l'insegnante che avrebbe ottenuto senza problemi una prognosi di 7 giorni non solo per favorire se stessa, ma in combutta con la collega che la stava sostituendo.
Falsi certificati medici con Scirica che non avrebbe visto né visitato i presunti pazienti. La chiusura delle indagini e l'avviso ai 14 indagati è stato firmato dal procuratore Roberta Buzzolani e dal sostituto Michele Marrone.