La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a dieci anni e quattro mesi di reclusione, inflitta nei confronti dell'uomo sia in primo grado sia in appello. I fatti risalgono al 6 maggio del 2014 quando Alessandro Tavormina, secondo la ricostruzione operata dai Carabinieri, sparo' contro l'auto guidata dalla ex moglie cinque colpi di pistola. L'episodio si verifico' a Sciacca, nei pressi della via Marco Polo. La donna, 38 anni, anche lei di Ribera, che aveva notato dallo specchietto retrovisore la presenza di un uomo alla guida di una Fiat Punto che la seguiva insistentemente, dopo avere sentito gli spari che raggiunsero il vetro posteriore della sua vettura distruggendolo, chiamo' il 112 e raggiunse la Caserma dei Carabinieri di Sciacca per mettersi in salvo. L'ex marito venne sottoposto a fermo poco dopo e il giudice convalido' l'arresto disponendo la misura cautelare a suo carico. Alessandro Tavormina si e' sempre proclamato innocente. La difesa ha sempre sostenuto l'estraneita' dell'uomo ai fatti che gli vengono addebitati, affermando che quella sera Tavormina non si trovava a Sciacca ma nella sua abitazione di Ribera. Per la difesa, inoltre, nessuna prova a carico dell'uomo ma solo indizi. E anche l'arma con la quale sono stati sparati i colpi non e' mai stata rinvenuta. L'uomo, che dal giorno dell'arresto non ha mai lasciato il carcere, e' stato condannato sia in primo grado sia in appello a dieci anni e quattro mesi di reclusione, condanna confermata adesso dalla Cassazione.