aveva problemi psichici ed era figlio di genitori separati. Il giovane aveva assistito sin da piccolo a liti continue tra di loro. Quello che è accaduto oggi mi rattrista molto”. Così Aldo Sciabbarrasi, parroco delle chiese Sant’Antonio di Padova e San Giacinto Giordano Ansalone, commenta il tragico omicidio avvenuto ieri mattina a Raffadali, in piazza Progresso. Una comunità attonita e disorientata. “Gesti così eclatanti – conclude don Sciabbarrasi - sono segno di una umanità malata, che non trova più un obiettivo sano verso cui tendere. Conosco molte famiglie della mia comunità che vivono l’esperienza di figli disabili, certamente non è facile, ci vuole molta forza e pazienza, ma questo non giustifica l’uccisione di un figlio”.
Gli inquirenti, nelle ultime ore, stanno provando a ricostruire i contorni della triste vicenda e stanno valutando tutte le ipotesi, cercando di capire se si sia trattato o meno di un omicidio premeditato. A morire il giovane Vincenzo Gabriele Rampello, ucciso dal padre Gaetano in piazza Progresso al culmine dell'ennesima lite. Gaetano Rampello, poliziotto di lungo corso, in servizio presso la Questura di Catania, ha scaricato sul figlio l'intero contenuto della sua pistola d'ordinanza. Poi si è seduto sotto la pensilina dove si fermano gli autobus di linea, in attesa dei Carabinieri che lo hanno arrestato. Indossava una sorta di passamontagna e la mascherina anticovid. Anche i suoi colleghi di lavoro, a quanto pare, sono rimasti esterrefatti e mai si sarebbero aspettati un epilogo del genere. I Carabinieri della Compagnia di Agrigento stanno cercando di approfondire ulteriormente i dissidi familiari che legavano padre e figlio. Secondo il sindaco di Raffadali Silvio Cuffaro: “il ragazzo aveva problemi psichici evidenti, ma era un buono, conosciuto da tutti. Viveva da solo, aveva paura degli assistenti sociali e non voleva essere ricoverato di nuovo”. I contorni, insomma, di una tragedia.