Il tribunale di Agrigento ha revocato un decreto ingiuntivo che era stato emesso su richiesta
della Banca di Credito Cooperativo Agrigentino e con il quale si chiedeva il pagamento di quasi 166 mila euro (oltre interessi convenzionali, spese e compensi professionali) ad una ditta saccense, operante nel settore sportivo. Ditta che nel frattempo è fallita. Il credito vantato dalla banca era riferito ad un contratto di mutuo conto corrente con il cliente. Il provvedimento risale al 2016, ed era stato notificato anche alla moglie del titolare dell'impresa fallita, in qualità di garante, che proprio per questo aveva sottoscritto apposita fidejussione presentata alla banca.
È stata proprio lei ad opporsi al decreto ingiuntivo. Lo ha fatto rivolgendosi all'avvocato Mauro Tirnetta del Foro di Sciacca. Ne è scaturito un procedimento nel quale la difesa ha nominato consulente di parte il dottor Giuseppe Toto. Quest'ultimo ha redatto una dettagliata perizia, chiedendo l’accertamento della nullità del contratto di mutuo in quanto non sottoscritto dalla banca, nonché l’usurarietà degli interessi (sia corrispettivi che moratori) pattuiti nello stesso contratto, nonché nel correlato conto di "anticipo fatture", presentate dalla ditta alla banca come crediti da riscuotere. La ricorrente aveva anche richiesto la nullità della fidejussione sottoscritta. Il tribunale ha accolto il ricorso nella parte riferita alla richiesta di nullità del contratto di mutuo, mentre ha respinto la richiesta di nullità della fidejussione.
Per effetto della sentenza, il giudice Maria Margiotta ha rideterminato il debito (che nel frattempo, con gli interessi, aveva raggiunto la somma di quasi 190 mila euro), nella minore somma di 66 mila euro, permettendo così all'opponente di risparmiare la non certo indifferente cifra di 100 mila euro.
È la seconda sentenza in poche settimane che riconosce tassi usurari applicati da istituti di credito nei confronti di soggetti che si sono rivolti allo studio legale dell'avvocato Tirnetta. Lo scorso gennaio era stato il tribunale di Sciacca ad accogliere un altro ricorso di una correntista della Banca Popolare di Milano, che si era opposta all'applicazione di tassi trimestrali che poi il giudice ha riconosciuto essere stati in qualche caso di più del 20%, facendo passare così il conto corrente della signora da un "rosso" di 569 euro ad un saldo positivo di 81 mila euro.