Carabinieri Giuliano Guazzelli, ucciso dalla mafia il 4 aprile 1992 sul viadotto Morandi, sulla strada che da Agrigento conduce a Porto Empedocle, viadotto poi intitolato a Guazzelli nel 2017. Per l'occasione, lunedì 4 aprile, arriverà ad Agrigento il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi, il quale onorerà la memoria del militare, Medaglia d’oro al Valor Civile “alla memoria”, insieme ai familiari ed ai vertici delle Istituzioni. Molte le personalità che prenderanno parte all'evento: gli assessori regionali Gaetano Armao e Marco Zambuto, il Prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa, i sindaci del territorio e l'arcivescovo Monsignor Alessandro Damiano. Oltre alla Santa Messa, le autorità deporranno una corona di alloro presso il luogo del brutale assassinio di Guazzelli, mentre il Comandante Generale Teo Luzi visiterà, successivamente, le sedi del Comando Provinciale dei Carabinieri e le stazioni di Siculiana e di Sciacca. In serata, infine, al teatro Pirandello di Agrigento si esibirà la Fanfara del 12° Reggimento Carabinieri “Sicilia”.
Dopo tanti anni, la figura di Guazzelli è rimasta al centro di molte indagini, soprattute quelle legate alla presunta Trattativa “Stato Mafia”. Grazie alla sua grande abilità di investigatore, era soprannominato il “Mastino” e vent'anni di indagini lo avevano fatto diventare un vero e proprio esperto del fenomeno mafioso, in particolar modo dei collegamenti criminosi tra mafia, politica ed affari.
Guazzelli, che aveva messo su famiglia a Menfi, era arrivato ad Agrigento dopo gli incarichi di Palermo durante i quali aveva lavorato accanto al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Si era occupato prima della strage di Porto Empedocle e poi del processo Santa Barbara, il primo ai danni della mafia agrigentina dopo 42 anni di omertà. Un affronto per la Stidda che lo condannò a morte, un filo rosso iniziato con l'assassinio del giudice Antonio Saetta, proseguito con la mattanza del giudice beato Rosario Livatino e concluso con la morte di Guazzelli che, nel 1992, aveva ricevuto incarico proprio da Paolo Borsellino, procuratore aggiunto della DDA di Palermo, di indagare su quelle precedenti morti. Così si erano riannodati i rapporti tra Borsellino e Guazzelli: il mastino era il terminale per le sue inchieste in provincia di Agrigento. Con la morte di Saetta, Livatino e Guazzelli, gli Stiddari di Canicattì e Palma di Montechiaro portarono a compimento un incarico. Da parte di chi, non si è mai saputo.
Per il suo omicidio, sono state comminate ben 6 condanne all'ergastolo a carico di Salvatore Fragapane, Joseph Focoso, Simone Capizzi, Salvatore Castronovo, Giuseppe Fanara e Gerlandino Messina. Una morte che non ne ha mai offuscato né la memoria né il valore investigativo.