si riaccendono i riflettori sullo sversamento di reflui dei frantoi nei fiumi. Una denuncia ai Carabinieri del Noe, Nucleo Operativo Ecologico, ma anche all'Arpa e alla Procura della Repubblica di Agrigento è stata presentata dall'associazione “Mareamico”. La segnalazione riguarda, in particolare, la presenza di acqua scura nei fiumi Magazzolo e Naro. C'è il sospetto che i frantoi continuino a trasferire nei corsi d'acqua i resti della lavorazione delle olive. Insomma, sono già scattate tutte le segnalazioni del caso, anche se saranno i controlli e i prelievi a stabilire se si tratti o meno di reflui dei frantoi. Mareamico, nell'esposto evidenzia che l'immissione nei torrenti di acqua oleosa di scarto sottrae ossigeno provocando la morte dei pesci nei fiumi e in mare, e sottolinea inoltre che i frantoi, per legge, sono tenuti ad accumulare queste acque dentro vasche sigillate che devono avere una capacità sufficiente per otto giorni lavorativi e poi, mediante autobotti, vanno inviate presso i depuratori abilitati o sul suolo dei terreni di proprietà. In quest'ultimo caso, previa autorizzazione, si possono versare 80 metri cubi d'acqua per ogni ettaro in modo tale da non danneggiare l'ambiente. Il Magazzolo, del resto, non sarebbe nuovo a episodi di questo tipo. Due anni fa dell'inquinamento del fiume si occupò perfino il programma “Le Iene”. E anche nel 2015 tutto partì da una segnalazione di Mareamico. I controlli vennero poi eseguiti dalla Polizia Provinciale che fece partire una vasta operazione di controllo per la tutela ambientale, riscontrando in diversi frantoi la presenza di silos che tracimavano acqua di vegetazione il cui potere inquinante è devastante per le acque fluviali e poi marine.