Omar Giampaolo Mohamed Ahmed, legale di Marco Campione, ha deciso di rimettere il suo mandato. Ma lo ha fatto raggiungendo la procura della Repubblica di Agrigento (la stessa che indaga sul "sistema Girgenti Acque") e rilasciando dichiarazioni spontanee. Accusando l'imprenditore e deus ex machina di quel gestore idrico privato finito sotto inchiesta di essersi comportato da codardo. "Non mi fido più di lui", avrebbe detto l'avvocato. Ma l'occasione sembra essere stata più o meno propizia per raccontare anche altre cose, a quanto pare tante ai magistrati del pool capeggiato oggi dal procuratore capo facente funzioni Salvatore Vella. Sembra che abbia fatto rivelazioni inedite su almeno 10 anni di sua collaborazione con le società del gruppo Campione, e dei suoi consigli al proprietario di "Girgenti Acque" e al tempo stesso di società fornitrici della stessa di mettersi a disposizione dell'autorità giudiziaria. Cosa che però Campione non avrebbe fatto, preferendo ascoltare i consigli di un altro avvocato. Pare che tra le cose riferite ai magistrati l'avvocato abbia parlato anche di ambiente lavorativo complicato, con un presunto sistema di controllo dei dipendenti del gruppo Campione che sarebbero stati spiati per verificare i requisiti di integrità morale per lavorare alle dipendenze di Marco Campione o costretti a lavorare, con un ruolo che avrebbe avuto anche la moglie che avrebbe chiesto allo stesso avvocato di contattare un investigatore privato incaricato di scoprire sostanzialmente eventuali dipendenti infedeli.
Assunto nel 2013 come semplice collaboratore, in pochi anni l'avvocato Omar Giampaolo Mohamed Ahmed ha scalato tutti i ruoli interni, e in 3 anni era diventato il capo dell'ufficio legale di Girgenti Acque, assumendo la difesa di Campione (spesso anche in collegi difensivi con altri colleghi) nei procedimenti giudiziari a carico del capo della società. Ai magistrati il legale ha raccontato La procura naturalmente vaglia queste dichiarazioni, ma stando a quanto trapela non ci sarebbero fatti clamorosi utili ad aggiungere nuove accuse. Il punto centrale, come spesso succede, sembra essere economico. L'avvocato infatti ha detto di essere creditore di oltre 170 mila euro, ottenendone solo una parte ma attraverso una compensazione relativa ad una fornitura di materiale elettrico e rimanendo creditore di 120 mila euro residui. Somma che l'avvocato ha tentato di riscuotere dai fratelli che amministrano le società del gruppo. Ma Campione in persona non lo avrebbe consentito.
Il prossimo periodo sarà significativo per lo sviluppo dell'indagine, la stessa che ipotizza un giro illegale di favori e raccomandazioni per posti di lavoro a familiari, amici e amanti. A Campione viene contestato di avere messo in piedi un sistema di corruzione a tutti livelli. Tra gli indagati lo stesso ex prefetto Nicola Diomede, accusato di avere salvato Girgenti Acque da un'interdittiva antimafia che poi sarebbe stata firmata dal suo successore. Diomede e altre 46 persone dovevano comparire nelle prossime ore davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Agrigento Micaela Raimondo che dovrà decidere se rinviare a giudizio o meno gli indagati per le accuse a vario titolo di concorso esterno in associazione a delinquere e abuso di ufficio. Ma per un difetto di notifica l'udienza è stata rinviata al prossimo 24 giugno.