nei confronti dell'infermiere calabrese di 29 anni accusato di aver ucciso l’ex fidanzata Lorena Quaranta, studentessa in medicina e chirurgia di Favara. La massima pena richiesta: l’ergastolo, per il brutale delitto consumato in un appartamento che i due giovani condividevano a Furci Siculo, nel messinese, la notte del 31 marzo 2020. Un omicidio che sconvolse la città di Favara e l'intera provincia di Agrigento. Per l’accusa, quello di De Pace fu omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. La sentenza sarà emessa dai giudici della Corte di Assise di Messina il prossimo 29 giugno. La sera del delitto, era stato lo stesso De Pace a chiamare i carabinieri poco dopo aver strangolato Lorena Quaranta. “Ho ucciso la mia fidanzata” avrebbe detto ai militari dell’Arma che, giunti sul posto, lo hanno immediatamente arrestato. Una confessione che però non ha mai convinto del tutto gli inquirenti messinesi soprattutto in assenza di una indicazione del movente. De Pace in prima battuta aveva dichiarato di aver ucciso Lorena perché convinto di aver contratto il Covid-19 a causa sua. Circostanza che però è stata subito smentita dai tamponi eseguiti ad entrambi che sono risultati negativi. A chiusura delle indagini la Procura ha pure contestato le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi nei confronti di De Pace: il 29enne avrebbe ideato e pianificato l’omicidio e questo sarebbe dimostrato dal fatto di aver inviato alcuni messaggi ai parenti più stretti manifestando la volontà di trasferire i propri risparmi ai nipoti.