nella notte appena trascorsa, sono approdati altri 142 migranti su due imbarcazioni. Sulla prima, soccorsa a circa 8 miglia dalle coste dell’isola dalla Guardia di finanza, viaggiavano 22 persone di nazionalità tunisina, tra cui 3 donne e 3 minori. Poco dopo, invece, al molo Favaloro sono sbarcati in 120, avvistati e soccorsi sempre da una motovedetta della Guardia di finanza a circa 5 miglia dalla costa. Dopo i primi controlli sanitari, tutti sono stati portati nell’hotspot di contrada Imbriacola dove attualmente gli ospiti sono 700, a fronte di una capienza massima prevista di 250. Nelle ultime 72 ore, con 11 diversi sbarchi sono, infatti, giunti, 646 i migranti sull’isola.
“Cosa fare di fronte a migliaia di persone che ogni giorno arrivano con mezzi di fortuna? Cosa fare quando – come nel 2013 – diverse centinaia di loro affondarono a pochi metri dalla costa perdendo la vita?”. A porsi la domanda, tal proposito, è stato ieri l' arcivescovo emerito di Agrigento Francesco Montenegro, oggi membro del Dicastero vaticano per lo Sviluppo Umano Integrale, nel corso della conferenza stampa del Messaggio di papa Francesco per la 108/a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.
“Quando ti trovi di fronte a questi fatti ti accorgi che solo il principio della fraternita’ ti puo’ aiutare – ha sottolineato Montenegro -. Se riesci a guardare negli occhi quell’uomo, quella donna o quel bambino capisci che e’ uguale a te, che e’ tuo fratello. In quell’istante cadono tutte le distinzioni, le diatribe politiche, le logiche dei numeri o le normative di questo o di quel paese”.
Secondo il cardinale, “quegli occhi ti dicono la dignita’ di quella persona prima e piu’ della sua appartenenza a un paese ‘X’ o a una religione ‘Y’. Costruire il futuro richiede questo sguardo sull’altro libero da ogni pregiudizio e da ogni privilegio”.
“Il Papa insiste molto sul fatto che questa prospettiva puo’ rivelarsi una opportunita’ di crescita per tutti – ha concluso Montenegro -. La storia ci insegna che laddove il futuro lo si e’ costruito in una logica inclusiva, alla fine, ci hanno guadagnato tutti, non solo in termini di rispetto ma anche economicamente e culturalmente”.