9 anni e 8 mesi di reclusione sono stati inflitti ad un saccense di 40 anni per la rapina messa a segno ai danni di una tabaccheria della città e per maltrattamenti nei confronti dell'ex convivente. Le indagini erano scattate a seguito della denuncia della donna che, stanca di subire le minacce e le percosse, lo aveva lasciato chiedendo aiuto alle forze dell'ordine e ai servizi sociali che ne avevano disposto il trasferimento in una struttura protetta. Oltre a raccontare i maltrattamenti subiti, la donna aveva ammesso di avere partecipato, assieme all'allora convivente, alla rapina ai danni della tabaccheria saccense, circostanza per la quale lei ha già patteggiato la pena. Il tribunale ha condannato il saccense al risarcimento danni nei suoi confronti per poco meno di 11 mila euro. L'uomo, assieme ad altri due saccensi, è stato invece assolto dall'accusa di violenza sessuale di gruppo, sempre nei confronti dell'ex convivente. Il pubblico ministero Carlo Boranga aveva chiesto la condanna per tutti e tre, mentre i loro legali avevano sostenuto la richiesta di assoluzione, puntando sulla scarsa attendibilità della ricostruzione dei fatti da parte della donna e sulla veridicità delle accuse. Al processo nei confronti dei tre saccensi lei si è costituita parte civile, assistita dall'avvocato Giovanna Maria Craparo che ha supportato con una memoria difensiva la ricostruzione dei fatti e l'attendibilità delle accuse mosse dalla sua assistita che, in aula, oltre a ricostruire gli episodi relativi ai maltrattamenti del suo convivente, ha ribadito anche la sua responsabilità in relazione alla rapina che entrambi avevano commesso.