in prefettura a Trapani dopo l'allarme del presidente Nicola Morra che, mentre i parlamentari ascoltavano quattro esponenti delle associazioni massoniche, ha lasciato il salone trovando dietro la porta due persone che presumibilmente accompagnavano i massoni ma che non dovevano essere ascoltate, una delle quali aveva un mano un telefonino acceso, forse per registrare o forse in fase di chiamata. La seduta è stata sospesa e sono stati chiamati gli agenti. Morra ha sottolineato che fuori dalla sala "acusticamente, purtroppo, si sentiva quanto avveniva all'interno della sala. Le audizioni erano state secretate su richiesta degli auditi. A meno che non fosse sordo al 150%, fuori si sentiva tutto".
Quella di ieri era la seconda giornata di audizioni della Commissione antimafia, che martedì aveva ascoltato, tra gli altri, i rappresentanti delle forze dell'ordine, il presidente del Tribunale di Trapani Andrea Genna, il procuratore Gabriele Paci, il procuratore di Marsala, Roberto Piscitello. "Marsala ha delle caratteristiche che meritano approfondimento - ha detto Morra - ma tutti e quattro I mandamenti che insistono nella provincia trapanese sono significativi, importanti. Poi, inutile negarlo, è il territorio in cui si trova il luogo di nascita di Messina Denaro", il boss latitante che il presidente ha definito "un'entità evanescente ma reale".
Nel pomeriggio la commissione si è poi trasferita a Castelvetrano nel centro equestre 'Equus' dei Cimarosa dove si è appreso della confisca definitiva con sentenza di Cassazione dei beni degli eredi di Lorenzo Cimarosa, collaboratore, morto a 56 anni nel 2017: i primi di giugno Giuseppe e Michele Cimarosa, con la mamma Rosa Filardo e la nonna Rosa Santangelo, dovranno lasciare la loro casa e il maneggio annesso in contrada Fontanelle Maggiare. L'immobile risulta intestato ai due figli del collaboratore. "Se adesso lo Stato dovesse, insipientemente, abbandonare Giuseppe Cimarosa, ma sono sicuro che non avverrà, lo Stato farebbe vincere, magari non in maniera intenzionale, Cosa Nostra", ha detto Morra.
Giuseppe Cimarosa, 39 anni, di Castelvetrano, è figlio di Lorenzo, l'imprenditore edile e primo pentito della famiglia Messina Denaro (era sposato con Rosa Filardo, cugina del boss mafioso). Appassionato di equitazione, Cimarosa dal 2008 ha iniziato la sua attività di teatro equestre (Equus) che lo ha portato a esibirsi più volte alla 'Fiera Cavalli' di Verona e a firmare, come autore e regista, alcuni spettacoli messi in scena in Sicilia. L'uomo, dopo che il padre aveva iniziato a collaborare, si era rivoltato pubblicamente contro il parente superlatitante Matteo Messina Denaro: "mio padre con le sue dichiarazioni ha rotto un muro di omertà. Ha sferrato un colpo durissimo alla famiglia Messina Denaro" dice. Cimarosa nel 2015 parlò alla Leopolda siciliana ricevendo l'applauso di un migliaio di persone. "La mia è stata una solitudine vissuta sulla pelle: in molti mi hanno allontanato, altri ancora non sono più venuti al maneggio" racconta. "Quanto è successo in questi anni è un dato che dovrebbe fare riflettere in moltissimi - aggiunge - c'è ancora chi, a livello locale, mi punta il dito contro, criticando la mia scelta di ribellione e anche giudicando il momento in cui è avvenuta la collaborazione di mio padre".