ha confermato gli arresti nei confronti dei soggetti coinvolti nell'inchiesta antidroga denominata “Street Food” e che nei giorni scorsi è culminata con 6 provvedimenti restrittivi. Giuseppe Sanzone e Daniel Tabbone rimangono in carcere, mentre a Giulia Nigrelli, Giovanni Pilo, Calogero Friscia ed Emanuele Gambino, sono stati confermati gli arresti domiciliari. Davanti al giudice Sanzone ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, mentre Tabbone si è difeso, cercando di ridimensionare il suo coinvolgimento nella vicenda. Hanno risposto alle domande del giudice anche la moglie di Tabbone, Giulia Nigrelli, e Giovanni Pilo. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere infine sia Calogero Friscia, sia Emanuele Gambino.
Sullo sfondo dell'indagine: un presunto giro di sostanze stupefacenti, una rete di spaccio e approvvigionamento in particolare di hashish e cocaina. Droga proveniente da Palermo e destinata essere smerciata nelle piazze di Menfi, Santa Margherita Belice, Montevago e Poggioreale. Stupefacenti che addirittura sarebbero stati nascosto all'interno degli indumenti intimi di due sorelline gemelle di appena 13 anni. L'operazione è scattata nei giorni scorsi. Non è ancora stato possibile notificare il provvedimento di arresti domiciliari nei confronti del margheritese Kevin Governale, 23 anni, tuttora irreperibile. Figure di spicco dell'attività illecita sono ritenuti i menfitani Sanzone e Tabbone, che avrebbero gestito il sodalizio mettendo a disposizione autovetture e telefoni cellulari per l'approvvigionamento e il trasporto della droga, organizzando con cadenza quasi giornaliera delle sortite a Palermo per effettuare l'acquisto di hashish e cocaina. Carichi di droga che, durante i viaggi da Palermo a Menfi, venivano nascosti dentro le autovetture utilizzate ma, come detto, in alcuni casi, ricorrendo anche alle due minorenni. Inoltre, grazie anche ad attività tecniche e a numerosi servizi di osservazione e pedinamenti, i Carabinieri hanno accertato che la sostanza stupefacente veniva spesso consegnata a pusher locali che, a loro volta, la rivendevano ad una clientela molto giovane. Corrieri che, per organizzare i viaggi necessari per approvvigionarsi dei quantitativi di droga, facevano riferimento a “cene, cibi di strada e fast food”: da qui il nome dell'operazione “Street Food”. Secondo gli investigatori, in circa tre mesi gli indagati avrebbero movimentato sulle piazze di spaccio vari kili di hashish e alcuni etti di cocaina, la maggior parte destinati ai più giovani, per un giro d'affari complessivo di circa 200 mila euro. L'operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica, è stata portata a termine dai Carabinieri di Menfi e Sciacca.