Agrigento, Trapani, Caltanissetta, Messina e Siena nell’ambito dell’operazione denominata “Charon”. Gli indagati sono tutti accusati di associazione per delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal gip di Palermo su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Da quanto si apprende, si sarebbe trattato di una sorta di associazione criminale transnazionale, composta da italiani ed extracomunitari, dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con collegamenti, addirittura, con ambienti del terrorismo internazionale. Secondo le indagini, i viaggi dalle coste tunisine a quelle siciliane avvenivano a bordo di veloci gommoni.
La tratta, quindi, non era per tutti, ma soltanto per coloro che erano in grado di pagare l'elevato costo di questo trasporto, con l'obiettivo di sottrarsi alle ricerche da parte delle autorità di polizia tunisine ed italiane. Il servizio, per così dire, offerto da questa associazione non si esauriva con lo sbarco sulle coste agrigentine o trapanesi, ma poteva anche proseguire con successive forme di assistenza in territorio italiano: l’organizzazione, a quanto pare, si occupava di garantire la permanenza illegale dei migranti in Italia, con spostamenti verso abitazione sicure e fughe dai centri di accoglienza. In una occasione - spiegano gli investigatori - il responsabile dell’organizzazione e alcuni suoi complici avrebbero ospitato, in provincia di Trapani e poi aiutato a fuggire in Tunisia, una persona con collegamenti con ambienti terroristici, ricercato in Germania. I sodali si sarebbero affidati a linguaggio in codice per eludere i controlli. Le indagini si sarebbero avvalse di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, servizi di osservazione con riprese video, monitoraggio degli spostamenti degli indagati, controlli in mare, sequestri e acquisizioni di documenti utili a ricostruire gli affari dei trafficanti, che avevano nella loro disponibilità numerosissime schede telefoniche, natanti, auto, telefoni, abitazioni per ospitare i migranti e capanni per nascondere i gommoni.