da parte della Guardia costiera e da parte della procura della Repubblica di Sciacca che l'ha disposta. Fatto sta che è visibile a tutti, dalle parti di capo San Marco, il provvedimento adottato 24 ore fa nei confronti di alcuni residenti, in particolare nei pressi di un preciso tratto di spiaggia situato tra due stabilimenti balneari. Il cartello del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale di sequestro penale preventivo è fin troppo chiaro.
L'obiettivo, stando a quanto si apprende da indiscrezioni, sarebbe quello di accertare eventuali responsabilità al fine di restituire alla pubblica e regolare fruibilità una o più strade che, pur di proprietà del demanio, erano state abusivamente dichiarate "private", e i tratti resi inaccessibili tramite apposizione di barriere (o catene) che ne avevano interdetto ogni diritto di transito da parte di soggetti estranei.
La proprietà "demaniale" equivale a dire "proprietà pubblica" (dunque inequivocabilmente non "privata"), e in quanto tale, destinata all'uso gratuito e diretto dalla generalità dei cittadini o da altra funzione pubblica. Nei nostri telegiornali serali di ieri abbiamo pubblicato la notizia in questione, che si è inevitabilmente diffusa alimentando una serie di commenti social di larga approvazione, in uno con l'invito alle autorità ad effettuare accertamenti similari anche in altre località costiere del perimetro comunale di Sciacca, tutte meritevoli - secondo i commentatori - di altrettanta attenzione: Foggia, Lumia, Timpi Russi, Lido e così via. Vedremo cosa accadrà. Al momento c'è solo da augurarsi al più presto una nota formale e chiarificatrice degli inquirenti per chiarire alla collettività, nell'interesse indubbiamente pubblico della faccenda, i dettagli di questa operazione.