è da sempre al centro dell'attenzione. L'operazione condotta nei giorni scorsi dalla Guardia costiera di Sciacca nell'ambito di un'iniziativa di Polizia giudiziaria voluta dalla procura della Repubblica sta facendo discutere. Una settimana fa si era diffusa in città la notizia di interventi di sequestro preventivo fatti nella zona di capo San Marco. Ieri pomeriggio sono state rese note le risultanze ufficiali. Si è così appreso dell'avvenuto sequestro di ben 8 scale di accesso alla spiaggia. Scale che erano pertinenze ed estensione di altrettante residenze private ma che, secondo l'ipotesi della magistratura, sarebbero state realizzate abusivamente su area demaniale. Abusivi, e dunque senza alcuna concessione, anche un giardino privato ed un solarium con prato sintetico, sdraio, ombrelloni e pavimentazione con lastre di cemento. Il provvedimento di sequestro ha inoltre riguardato una strada privatizzata arbitrariamente (con tanto di cartello che ne indicava il divieto di transito agli estranei).
Sono stati 9 i decreti di sequestro penale preventivo emessi dal tribunale di Sciacca su 1.350 metri quadrati di area demaniale estesa su un fronte mare di 200 metri quadrati. Quindici persone sono state denunciate con l’accusa di abusiva occupazione ed invasione di spazio demaniale marittimo in violazione di specifici articoli del codice penale e del codice della navigazione. Tra di loro c’è anche un imprenditore di Menfi, a cui la Guardia costiera ha contestato l’occupazione di 350 metri quadrati di spiaggia della località Lido Fiori senza alcuna concessione, con 30 postazioni balneari con tanto di ombrelloni, 60 sdraio e un pattino di salvataggio, in una parte di litorale pregiatissimo insignito del riconoscimento della Bandiera blu. Intervento, quest'ultimo, su indagine relativamente recente, mentre era iniziata lo scorso mese di marzo l'operazione, portata a compimento in questi giorni a San Marco. La Polizia giudiziaria si è anche avvalsa di un consulente tecnico, che grazie al recupero di quella che viene definita ingente documentazione (tra cui mappe catastali, concessioni demaniali, estratti planimetrici) ha permesso, secondo le conclusioni investigative, di appurare l’arbitraria occupazione, in assenza di qualsivoglia titolo concessorio, di un’area demaniale. Le 8 scale private di accesso al mare, alcune delle quali in calcestruzzo, sarebbero state realizzate previo sbancamento delle dune di sabbia esistenti sul tratto di arenile di San Marco. In un caso, è stata privatizzata un’intera porzione di strada, con l’affissione abusiva di cartellonistica riportante l’indicazione “proprietà privata”.