Il giorno del blitz si trovava all'estero, ma la scorsa notte è stato rintracciato e arrestato dai carabinieri della stazione di Santa Margherita. Si tratta di Kevin Governale, 23 anni, soprannominato “carciofino” accusato di avere contribuito a rifornire il territorio belicino di sostanze stupefacenti. Si chiude il cerchio sull'operazione Street Food che era stata messa a segno la scorsa settimana. All'appello mancava soltanto Kevin Governale, irreperibile nel giorno erano scattati i provvedimenti restrittivi.
Adesso il giovane è agli arresti domiciliari, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria. L'operazione messa a segno dai Carabinieri della Compagnia di Sciacca e dai Militari della Stazione di Menfi ha consentito di bloccare una consistente rete di spaccio e approvvigionamento di sostanze stupefacenti, in particolare hashish e cocaina, proveniente da Palermo e destinata ad essere smerciata nelle piazze di Menfi, Santa Margherita Belice, Montevago e Poggioreale. In carcere erano finiti Giuseppe Sanzone, 39 anni, e Daniel Tabbone, 23 anni, entrambi di Menfi. Arresti domiciliari per Giulia Nigrelli, 21 anni, Calogero Friscia, 23 anni, Giovanni Pilo, 20 anni, tutti di Menfi, ed Emanuele Gambino, 31 anni di Sciacca. Arresti tutti confermati dal Gip Rosario Di Gioia. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i menfitani Sanzone e Tabbone avrebbero avuto un ruolo di primo piano nella organizzazione del sodalizio mettendo a disposizione autovetture e telefoni cellulari per l'approvvigionamento e il trasporto della droga, organizzando con cadenza quasi giornaliera trasferte a Palermo per effettuare l'acquisto di hashish e cocaina. Carichi di droga che, durante i viaggi da Palermo a Menfi, venivano nascosti dentro le autovetture utilizzate ma, in alcuni casi, anche all'interno degli indumenti intimi di due ragazzine che venivano impiegate nelle attività illecite sia come corrieri sia come assuntori finali delle sostanze stupefacenti. Le indagini dei militari dell'arma, avrebbero anche accertato che la sostanza stupefacente veniva spesso consegnata a pusher locali i quali, a loro volta, la rivendevano ad una clientela molto giovane. Corrieri che, per organizzare i viaggi necessari per approvvigionarsi dei quantitativi di droga, facevano riferimento a “cene, cibi di strada e fast food”: da qui il nome dell'operazione “Street Food”. Secondo gli investigatori, in circa tre mesi gli indagati avrebbero movimentato sulle piazze di spaccio vari chili di hashish e alcuni etti di cocaina, la maggior parte destinati ai più giovani, per un giro d'affari complessivo di circa 200 mila euro.