della morte di un altro martire della giustizia, il magistrato canicattinese Rosario Livatino, ucciso dalla mafia nelle campagne di Agrigento, per le quali tentò di fuggire a piedi dopo essere sceso dalla sua auto mentre percorreva la statale 640, inseguito e poi freddato dai suoi killer, identificati grazie alla testimonianza di un imprenditore lombardo, che passava per quella strada e che assistette all'assassinio. Livatino, che è un beato della chiesa cattolica, fu un integerrimo servitore dello Stato che pagò con il prezzo più alto possibile il suo impegno rigoroso nella lotta contro la mafia e nello svelamento degli interessi torbidi attorno ai quali si consumò anche la guerra tra cosa nostra e Stidda. E fu proprio quest'ultima organizzazione a decidere di eliminarlo.