Erano queste, secondo la procura della Repubblica di Agrigento, le “restituzioni” a cui erano soggetti i dipendenti dell'hotel Costazzurra di proprietà di Fabrizio e Salvatore La Gaipa, il primo finito agli arresti domiciliari, il secondo all'obbligo di dimora. Un'inchiesta, quella che ha fatto finire sotto i riflettori l'ex giornalista e primo dei non eletti alle ultime elezioni regionali, che si avvale di registrazioni di colloqui messi a disposizione della magistratura dagli stessi due lavoratori che hanno denunciato La Gaipa. Una vicenda che naturalmente, in attesa che la magistratura faccia il suo corso, nel frattempo ha fatto finire sotto i riflettori i metodi di selezione del personale politico da parte del Movimento 5 Stelle, accusato in queste ore dai suoi avversari di essere molto attento agli “impresentabili” degli altri, e assai poco ai propri. Movimento 5 Stelle che intanto ha sospeso in via cautelare l'iscritto Fabrizio La Gaipa. Che, ha detto Luigi Di Maio da Washington, "si e' messo fuori dal Movimento da solo con quello che ha fatto". Aggiungendo: "Noi abbiamo agito subito, a differenza degli altri", ha aggiunto, ricordando che "il governo Musumeci si regge su un deputato che è stato arrestato". La Gaipa, ha precisato, "non è un eletto" e "non è un portatore di voti". Movimento 5 Stelle che poi respinge l'accusa di essere stato a conoscenza delle indagini in corso su La Gaipa. “Durante il periodo della campagna elettorale e fino a ieri nulla risultava a suo carico", precisano i grillini su Facebook, non nascondendo di avere ricevuto una segnalazione che, però, non aveva trovato riscontro nel certificato 335 né negli altri documenti che ha prodotto e fornito su nostra richiesta. Durante le elezioni e fino a ieri sul suo conto non risultava assolutamente nulla. In ogni caso, anche in questo frangente, il Movimento si dimostra completamente diverso dagli altri partiti". Ma intanto il dopo elezioni continua ad essere piuttosto movimentato. Dopo i casi di Cateno De Luca ed Edy Tamajo, tra gli eletti all'ARS scoppia quello di Tony Rizzotto, il primo leghista a sedere all'Assemblea regionale siciliana, eletto con la lista di Noi con Salvini e Fratelli d'Italia. L'inchiesta che lo riguarda è quella a carico dell'ente di Formazione di cui è presidente, anche se adesso ha deciso di dimettersi. È accusato di peculato. Un'indagine che ha preso spunto dagli esposti di cinque dipendenti di questo istituto