operazione attraverso la quale le forze dell'ordine avrebbero scompaginato, in provincia di Agrigento, alcune famiglie appartenenti alla mafia, alla stidda ed ai cosiddetti paracchi. La sentenza è attesa per il prossimo 6 dicembre. Il processo, che si celebra dinanzi al Gup del Tribunale di Palermo Paolo Magro, riguarda il troncone degli indagati che si sono sottoposti al rito abbreviato. Nelle ultime udienze hanno preso la parola, per le loro arringhe, gli avvocati difensori dei vari imputati. A dicembre, com'è noto, si terrà l'udienza conclusiva e decisiva con le repliche delle parti e la sentenza.
Il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia Claudio Camilleri ha chiesto condanne pesantissime per tutti gli indagati, per un totale complessivo di circa 200 anni di carcere. Le condanne più pesanti sono state richieste per Giancarlo Bugea, Calogero Di Caro e Luigi Boncori, 20 anni a testa per tre soggetti già ampiamente noti alle forze dell'ordine. Bugea, in particolare, all'epoca dei fatti, era il compagno dell'ex avvocato Angela Porcello che ha già richiesto, più volte, di poter collaborare con la giustizia, al centro dell'inchiesta e con accuse gravissime a suo carico. Queste le altre richieste di condanna: 1 anno per l'appuntamento della polizia penitenzia Giuseppe Grassadonio, 18 anni e 8 mesi per il boss di Favara Giuseppe Sicilia, 10 anni e 8 mesi per Calogero Paceco, 12 anni per Simone Castello, 10 anni e 8 mesi per Antonino Oliveri, 10 anni e 8 mesi per Diego Cigna, 12 anni per Gregorio Lombardo, 4 anni per il poliziotto Giuseppe D'Andrea, 10 anni e 8 mesi rispettivamente per Luigi Carmina, Gianfranco Gaetani e Gaetano Lombardo; 2 anni e 8 mesi rispettivamente per Giuseppe Pirrera e Giovanni Nobile, 2 anni e 4 mesi per l'avvocato Annalisa Lentini, 2 anni per Vincenzo Di Caro e 16 anni e 8 mesi per Giuseppe Giuliana. Nell'operazione Xydi sono coinvolti anche il boss latitante Matteo Messina Denaro e l'ex capomafia della provincia di Agrigento Giuseppe Falsone, da tempo in carcere e sottoposto al 41 bis.