provvedimenti di Informazione Antimafia Interdittiva nei confronti di due ditte che, di fatto, erano gestite da Marco Campione, ex leader di Girgenti Acque SpA. Si tratta della Giuseppe Campione S.p.a. e della G.Campione di Michele e Fratelli S.n.c. (che è di fatto la cassaforte dell'intero Gruppo Campione).
Le Interdittive Antimafia, quindi, colpiscono nuovamente e duramente l'imprenditore Marco Campione, a distanza di due anni dalla prima Interdittiva antimafia che era stata emessa dall'allora Prefetto di Agrigento Dario Caputo e a distanza di pochi giorni dal provvedimento di sequestro dei beni per 20 milioni di euro emesso dal Tribunale Misure di prevenzione di Palermo.
Anche in questo caso la richiesta unanime di Interdittiva, che era stata presentata al Prefetto dalle Forze di Polizia della Provincia, si fondava in larga parte dell'articolato materiale probatorio raccolto nel procedimento penale “Waterloo”, attualmente in trattazione dinanzi al Giudice dell'udienza preliminare di Agrigento. I magistrati, dunque, stanno continuando a smontare, pezzo dopo pezzo, l'impero economico di Marco Campione e del suo gruppo, accendendo i riflettori e le lenti di ingradimento su bilanci, documenti, rapporti finanziari, scritture contabili, con l'obiettivo di spiegare la clamorosa ascesa economica dell'imprenditore, il suo modus operandi, le attività intrinseche alla Girgenti Acque, oggi dichiarata fallita, provando a capire, inchieste alla mano, se l'impero economico dei Campione sia stato costruito su basi lecite o, come sospettano i magistrati, illecite. Il recente sequestro di beni, per 20 milioni di euro, come si ricorderà, ha riguardato due società e la partecipazione in ulteriori sei società tra le quali proprio Girgenti Acque, 9 immobili, 26 beni mobili e 38 rapporti finanziari, su provvedimento eseguito dalla DIA su disposizioni del Tribunale di Palermo e del Procuratore della Repubblica di Agrigento facente funzioni Salvatore Vella.