I carabinieri e la procura della Repubblica di Agrigento lo hanno sottoposto a stato di fermo per indiziato di delitto per l'assassinio del dottor Gaetano Alaimo, 61 anni, medico cardiologo di Favara, ucciso oggi pomeriggio alle 15 con un colpo di pistola. La tragedia si è consumata nella sala d'attesa del poliambulatorio e di riabilitazione cardiologica di cui Alaimo era titolare e situato in via Bassanesi. All'assassinio hanno assistito attoniti gli altri pazienti che aspettavano il proprio turno e il personale amministrativo della struttura. Secondo le prime sommarie ricostruzioni, dopo avere sparato e ucciso il medico Adriano Vetro si è allontanato, rifugiandosi in una casa di campagna. Sono state le testimonianze dei presenti riferite ai carabinieri che hanno permesso immediatamente di identificarlo e rintracciarlo. Su di lui pende adesso l'accusa gravissima di omicidio premeditato. I militari dell'Arma, coadiuvati in questa delicata fase dai colleghi del nucleo investigativo del comando provinciale di Agrigento, hanno recuperato e sequestrato anche l'arma che sarebbe stata utilizzata per il delitto. Ad interrogare il presunto assassino il procuratore capo facente funzioni della Repubblica di Agrigento Salvatore Vella e la sostituta Eliana Manno. Obiettivo immediato degli inquirenti è quello di stabilire il movente del delitto. Stando a quanto si apprende, Vetro e il dottor Alaimo avrebbero avuto una discussione per una divergenza su una diagnosi medica.
Un omicidio che ha scosso la comunità favarese e che è giunto al culmine di una giornata che aveva già avuto un altro momento di grande tensione, dopo che un imprenditore edile di 46 anni del luogo ha denunciato ai carabinieri di avere subito una intimidazione, concretizzatasi con due colpi di pistola indirizzati rispettivamente contro l’auto dell'uomo, una Jeep Compass, e sul telaio della saracinesca di ferro dello stabile innanzi al quale la macchina era stata lasciata parcheggiata. Si è poi appreso che sono stati tre i colpi esplosi – perché tre bossoli di una calibro 7,65 sono stati ritrovati e sequestrati dai carabinieri – in una strada poco distante dal centro di Favara. I carabinieri hanno sentito l’imprenditore per cercare di capire se abbia avuto, nel recente passato, problemi o dissidi con qualcuno, magari per questioni lavorative, e se abbia, o meno, dei sospetti.