il bidello di 47 anni di Favara che ieri pomeriggio ha ucciso nella sala d'attesa dello studio medico il dottor Gaetano Alaimo, 61 anni, cardiologo che aveva in cura il suo assassino da diversi anni. Al culmine di una discussione Vetro gli ha sparato un colpo di pistola, colpendolo fatalmente al torace. L'episodio sotto gli occhi attoniti degli altri pazienti che aspettavano il turno e del personale amministrativo dell'ambulatorio medico, situato in via Bassanesi. Vetro ha detto di essersi sentito preso in giro dal dottor Alaimo. "Avevo bisogno di una certificazione per riavere la patente", avrebbe detto alla sostituta procuratrice Eliana Manno che lo stava interrogando. Aggiungendo di avere trovato la pistola che lo ha trasformato in un killer in campagna. Vetro si trova al momento in stato di fermo. Domani sarà sottoposto a interrogatorio di garanzia. Il suo avvocato Santo Lucia ha già detto che il proprio assistito ha problemi psichiatrici. Stando ad alcune ricostruzioni sommarie pare che il bidello fosse molto preoccupato perché rischiava di non vedersi rinnovare la patente. Evidentemente dal dottor Alaimo voleva qualcosa che il medico non voleva dargli. Al momento si parla di un intervento chirurgico a cui Vetro voleva essere sottoposto, o si ipotizza la necessità di un certificato medico. L'assassino del cardiologo viveva con i genitori. I carabinieri della locale tenenza sono andati a rintracciarlo pochi minuti dopo la tragedia di via Bassanesi all'interno della casa di campagna dove viveva. Hanno rinvenuto anche la pistola utilizzata per sparare al dottor Alaimo, una calibro 7,65 risultata rubata. Aveva un altro colpo in canna. Sul posto dell'incredibile omicidio tra gli altri anche il procuratore capo facente funzioni di Agrigento Salvatore Vella. L'omicidio ha suscitato vasta commozione. Il presidente del consiglio dell'ordine dei medici di Agrigento Santo Pitruzzella evidenzia come quanto accaduto riporti a galla il problema della sicurezza in ambito sanitario. "Ciò che più fa male - scrive in una nota diramata oggi - è pensare che un uomo esca armato e sia capace di togliere la vita a una persona, e non ci saranno mai parole di consolazione per i familiari del dottore Alaimo. Condanniamo questo folle gesto perpetrato nell’ambulatorio medico, innanzi al personale in servizio. Ancora un atto di violenza, questa volta mortale, che lascia un segno indelebile e tanto sgomento tra i medici tutti”.