Aveva delle munizioni nel caricatore, ma i Carabinieri già ieri pomeriggio avevano anche sequestrato altre decine di munizioni che potevano essere utilizzate proprio per quella 7,65. Sono alcuni dei particolari venuti fuori questa mattina durante la conferenza stampa sull'omicidio del medico favarese che si è tenuta ad Agrigento presso il comando provinciale dei Carabinieri. "Purtroppo dobbiamo continuare a registrare in provincia di Agrigento una incredibile disponibilità e facilità nel reperimento ed utilizzo di armi clandestine”. Sono le parole pronunciate durante l'incontro con la stampa dal procuratore capo facente funzioni Salvatore Vella. “Una disponibilità di armi clandestine, ha aggiunto, che provengono, per la maggior parte, anche da traffici illeciti internazionali. Dalla Germania e dal Belgio, anche la criminalità organizzata ha attinto armi da fuoco. Ma non soltanto. In questo caso, era un’arma rubata in Sicilia e quindi vi è un giro regionale. Usciti dall’emergenza di definire le indagini per questo omicidio, ha aggiunto il procuratore capo Salvatore Vella, attenzioneremo anche questo aspetto che riguarda la detenzione, la commercializzazione ed il traffico di armi illecite non soltanto in comuni come Favara o Palma di Montechiaro, ma anche in altri paesi del circondario”. Omicidio aggravato dalla premeditazione, porto illecito di arma da fuoco e ricettazione sono intanto le accuse che la Procura di Agrigento contesta ad Adriano Vetro per il quale chiederà nelle prossime ore la convalida dell’arresto con conseguente applicazione della misura cautelare. Il gip si pronuncerà domani mattina. Sullo sfondo si delinea una possibile strategia della difesa dell'indagato, rappresentata dall’avvocato Santo Lucia: la carta dell’infermità mentale. "Ad oggi, non vi sono elementi documentali dai quali ricavare che Adriano Vetro fosse gravato da una qualche patologia di carattere psichiatrico. Se verrà avanzato dalla difesa e documentato, potrà essere oggetto di un accertamento successivo", ha spiegato sempre il procuratore capo, facente funzioni, Salvatore Vella durante la conferenza stampa in merito a quanto ieri sera è stato sostenuto dall'avvocato difensore del bidello favarese. Intanto, dopo l'ordine dei medici, anche l’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Agrigento interviene sull’episodio che ha sconvolto Favara e l’intero territorio, oltre alle categorie sanitarie spesso bersagliate da atti di violenza. “È veramente increscioso quanto accaduto al dottore Gaetano Alaimo – afferma Salvatore Occhipinti, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche – Un episodio che ci induce a riflettere su quanto gli operatori sanitari, siano essi medici, infermieri, operatori sociosanitari o ausiliari, siano spesso oggetto di aggressioni e di quanto sia a rischio la loro incolumità. Assolutamente impensabile che un uomo vada in giro armato così come è inconcepibile che, in una sola frazione di secondo, sia capace di togliere la vita ad un altro uomo.