ad una donna ed a due imputati, tutti accusati di atti sessuali verso una minorenne. La sentenza, infatti, è diventata definitiva dopo che la terza sezione della Corte di Cassazione ha rigettato le istanze dei difensori dei tre imputati. Una vicenda dai contorni torbidi, avvenuta nelle campagne tra Menfi e Gibellina, e scoperta dalle forze dell'ordine quasi per caso, a seguito di un posto di blocco.
Nel dettaglio, la madre della minorenne coinvolta, che all'epoca dei fatti aveva appena 14 anni, è stata condannata ad 8 anni di reclusione e 80 mila euro di multa, mentre i due clienti, i menfitani Vito Campo e Calogero Friscia, sono stati condannati, rispettivamente, a 6 e 4 anni di carcere. La brutta storia, dal punto di vista giudiziario, si è, dunque, conclusa cinque anni rispetto all’inizio delle indagini da parte dei carabinieri e coordinate dalla Procura della Repubblica di Sciacca. La donna costringeva la figlia minorenne a prostituirsi, talvolta accompagnando la ragazzina nei luoghi in cui venivano consumati gli incontri a sfondo sessuale. In cambio otteneva dai clienti somme che andavano dai 30 a i 200 euro. Gli avvocati difensori degli imputati avevano sempre contestato l’attendibilità delle dichiarazioni della minore.
La vicenda, come detto, era stata scoperta nel 2017 ed aveva inizialmente portato a 6 arresti e all'immediato allontanamento dell'adolescente dalla casa familiare in cui viveva in un contesto socio-economico difficile. Come si ricorderà, durante il processo, un altro imputato, sempre di Menfi, era stato inizialmente condannato a cinque anni di reclusione, mentre, poi, in Appello è stato assolto e immediatamente scarcerato.