nel tentativo di risalire alle responsabilità della morte di Paolo Stagno, il cinquantunenne bracciante di Montallegro, impiegato presso il demanio forestale, deceduto nel tragico incidente di caccia che si è verificato nelle campagne di Burgio nella notte tra sabato e domenica. È massimo il riserbo di inquirenti ed investigatori in merito all'inchiesta che ne è scaturita. Pare che il sostituto procuratore Christian Del Turco abbia già sentito e più volte tutti i testimoni dell'episodio, a partire dalle persone che al momento dello sparo fatale, evidentemente partito per sbaglio, si trovavano nel bosco di contrada MUTI, dentro i monti Sicani, a pochi chilometri a nord del centro abitato di Burgio. Si indaga per omicidio colposo, ma non si ancora, al momento, se e quante persone siano state iscritte nel registro degli indagati. Fonti non confermate riferiscono che il gruppo di cacciatori di cui faceva parte anche Paolo Stagno fosse composto da almeno sette soggetti: sei montallegresi e un riberese. È evidente che si stia cercando di individuare la persona che ha fatto partire accidentalmente il colpo di fucile a pallettoni che ha colpito fatalmente Paolo Stagno, uccidendolo sul colpo. Vani i tentativi di rianimare l'uomo, crollato a terra. Sono stati gli stessi compagni di caccia a telefonare immediatamente al 118 e ai carabinieri. La Di certo c'è che questa vicenda ha suscitato vasta commozione a Montallegro, il paese della vittima, che ha lasciato moglie e tre figli. Stando a quanto si apprende che la zona teatro della tragedia sarebbe celebre per le battute di caccia al cinghiale. Sull’episodio stanno indagando i carabinieri del Comando provinciale di Agrigento e della Tenenza di Ribera che subito dopo l'incidente sono intervenuti nella zona boschiva con la collaborazione dei militari della Stazione di Burgio. Sotto i riflettori di qeusta tragedia è finita ancora una volta anche la pratica della caccia, che a parte tutte le questioni di sensibilità più o meno animalista purtroppo talvolta, come in questo caso, produce anche conseguenze piuttosto tragiche. Al nostro Telegiornale il commento di Graziella Zavalloni, presidente della LEGA NAZIONALE per L'ABOLIZIONE DELLA CACCIA