di una parrucca, alle dichiarazioni spontanee di una donna che ai carabinieri ha riferito di avere avuto una relazione di alcuni mesi con Messina Denaro, ignorando però che si trattasse del capomafia latitante da 30 anni, la strada si è rivelata decisamente breve. E non c'è soltanto questa persona tra quelle che, più o meno alla spicciolata, si sono presentate o si stanno presentando davanti agli investigatori per far sapere di avere incontrato il boss inconsapevoli tuttavia della sua vera identità. C'è chi ha raccontato di averlo visto alla clinica Maddalena, dove il 16 gennaio è stato arrestato, chi di aver fatto parte del gruppo di pazienti oncologici che con lui faceva la chemio. Al momento tra questi testimoni non ci sarebbero indagati. Hanno detto che solo dopo avere visto le immagini in televisione hanno potuto apprendere di avere avuto in qualche modo a che fare con Matteo Messina Denaro. Sono in corso controlli e verifiche sulle versioni raccontate agli investigatori. Nulla viene lasciato al caso. E qualunque particolare, trascritto nei verbali, può servire a fornire sviluppi alle indagini. Inquirenti ed investigatori sarebbero alla ricerca di una presunta seconda donna, che avrebbe frequentato il boss durante la latitanza.
La novità di oggi è la perquisizione, a Bagheria, dell'abitazione di Maria Mesi, ex amante di Matteo Messina Denaro, e di quella del fratello, Francesco. Entrambi sono stati indagati, in passato, per aver favorito la latitanza del capomafia. Francesco Mesi peraltro patteggiò la pena. La donna venne arrestata il 14 giugno del 2000. Insieme a lei finirono in carcere altre due persone accusate di essere intestatarie del contratto di affitto di un appartamento in cui Messina Denaro si nascondeva ad Aspra, nel palermitano. Maria Mesi fu condannata in primo e in secondo grado per favoreggiamento aggravato alla mafia. La Cassazione annullò l'aggravante sostenendo che il rapporto sentimentale con il boss escludesse l'agevolazione di Cosa nostra. Gli investigatori trovarono diverse lettere d'amore che il capomafia e la donna si erano scambiate.
Al momento sono due le persone arrestate nell'ambito dell'inchiesta coordinata dal procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia e dall'aggiunto Paolo Guido: Giovanni Luppino, l'autista che accompagnò Messina Denaro nella clinica di Palermo, e Andrea Bonafede, che prestò la sua identità al boss; entrambi sono accusati di associazione mafiosa. Indagati invece Antonio e Vincenzo Luppino, figli dell'agricoltore arrestato, e Alfonso Tumbarello, il medico del boss. Gli investigatori stanno valutando la posizione di altre persone. Tra il materiale recuperato durante le perquisizioni a Campobello di Mazara, gli investigatori hanno trovato cinque carte d'identità intestate ad altrettanti individui ma con le foto di Messina Denaro, documenti che il boss potrebbe avere utilizzato durante la latitanza. Si sta indagando per capire se si tratti di identità rubate o di fiancheggiatori.
E mentre le indagini proseguono, si è scoperto come sia stata ripresa almeno due volte, e in 2 giorni diversi, la Giulietta comprata dal superlatitante per le strade di Campobello di Mazara. È accaduto in particolare sabato 14 gennaio e poi domenica 15, cioè un giorno prima dell’arresto. La vettura compare in video ripresi dalle telecamere del comune installate all’esterno del palazzo municipale. Le immagini sono state mostrate durante il programma tv ‘Quarto grado’ e ieri sera dal Tg2.
In un primo video, sabato 14 alle ore 11 circa, l’auto di colore nero svolta dalla via Marconi verso viale Risorgimento, dove si trova il supermercato ‘Coop’ nel quale il superlatitante avrebbe fatto la spesa. La macchina torna in direzione via Garibaldi 12 minuti dopo e viene ripresa dalla telecamera installata davanti l’ingresso del comune. Le immagini poco nitide non consentono facilmente di identificare chi c’è alla guida. La Giulietta viene ripresa anche domenica 15 gennaio, alle 13,50 circa, mentre dalla via Mare raggiunge via Marconi. L’indomani, lunedì 16 gennaio, Matteo Messina Denaro sarebbe stato arrestato a Palermo.