quella che gli inquirenti stanno continuando a battere per ricostruire spostamenti e relazioni intrattenute dal boss durante la sua latitanza.
Matteo Messina Denaro utilizzava diversi cellulari e ai sanitari che lo hanno assistito in questi ultimi anni della malattia dava il proprio numero di telefono. I carabinieri del Ros stanno analizzando chiamate e celle agganciate per ricostruire il percorso sanitario seguito.
L’uomo più ricercato in Italia aveva scelto di curarsi affidandosi alla sanità pubblica, nonostante l’ingente patrimonio di cui disponeva. Dall’arresto avvenuto all’interno della clinica Maddalena di Palermo dove il 16 gennaio scorso si era recato per la seduta di chemioterapia, gli inquirenti stanno andando a ritroso per ricostruire i passaggi in ospedali e studi privati di Andrea Bonafede (il prestanome) ma nella realtà di Matteo Messina Denaro.
Dopo l’arresto del dottore Alfonso Tumbarello di Campobello di Mazara che, secondo quanto accertato dagli inquirenti, ha prescritto oltre un centinaio di ricette per farmaci, analisi e altre esigenze sanitarie del boss, si sta cercando di individuare il medico che per primo avrebbe diagnosticato il tumore al colon di Matteo Messina Denaro. Non solo l’esame dei tabulati telefonici. E’ anche dai diversi referti trovati nel covo di vicolo San Vito che si stanno individuando le strutture sanitarie nelle quali il boss ha effettuato esami e interventi chirurgici. Ieri il primario di oncologia dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani Filippo Zerilli, indagato nell’inchiesta sulla latitanza del boss, ha pubblicamente smentito le voci di un ricovero per un mese di Bonafede nella sua struttura e ricostruito i passaggi che portarono alla visita del 9 dicembre 2020, in accoglimento di una richiesta pervenuta dalla chirurgia di Mazara del Vallo e supportata da un referto istologico del laboratorio di Anatomia patologica dell’ospedale di Castelvetrano del 24 novembre dello stesso anno.
Diversi ospedali e, di conseguenza, medici, infermieri e operatori sanitari quelli con i quali Matteo Messina Denaro ha avuto contatti almeno dal novembre 2020 al giorno del suo arresto. Erano tutti inconsapevoli che la persona alla quale stavano effettuato un esame, un prelievo, un intervento chirurgico era Matteo Messina Denaro e non il geometra di Campobello di Mazara Andrea Bonafede, che peraltro godeva e gode di buona salute?
E’ quanto stanno accertando gli inquirenti che sin dal momento dell’arresto di Matteo Messina Denaro hanno parlato di una borghesia connivente e tornato anche in occasione dell’arresto del medico di famiglia Alfonso Tumbarello ad evidenziare il silenzio assordante della comunità campobellese, rispetto ad un boss che andava tranquillamente al supermercato, dal meccanico o a cena al ristorante, oltre a frequentare costantemente diversi ospedali delle province di Trapani e Palermo.
Dichiarazioni quelle su Campobello di Mazara che hanno generato ieri anche la reazione del sindaco del comune trapanese Giuseppe Castiglione. “Se la presenza del superlatitante a Campobello era così palese ed evidente a tutti, mi chiedo come mai non sia stato trovato prima?» ha dichiarato il primo cittadino che ha auspicato che a pagare siano i responsabili e non tutta la comunità di Campobello di Mazara.