E così, alla denuncia pubblica sulle presunte gravi condizioni di Matteo Messina Denaro, fatta dall'avvocata Lorenza Guttadauro, che del boss non è solo la legale che lo assiste ma anche la nipote, lo Stato, per dirla all'americana, ha prontamente risposto: "Le condizioni generali del paziente sono buone". A riferirlo in particolare sono state fonti sanitarie e carcerarie. Affetto da un tumore al colon, Matteo Messina Denaro sta combattendo contro il male sostenendo le sedute di chemioterapia in un ambulatorio ad hoc ricavato di fronte alla cella. Ieri l'avvocata Guttadauro aveva detto di non ritenere che la cella dove è rinchiuso lo zio possa essere paragonata ad un ambulatorio medico. "Non so se lo stanno curando bene", ha aggiunto rispondendo alle domande della giornalista Valeria Ferrante di RaiNews24. Una dichiarazione a sua volta in replica a quanto riferito poco dopo l'interrogatorio nel carcere di massima sicurezza de L'Aquila dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dall'aggiunto Paolo Guido, che avevano detto di avere trovato il detenuto "lucido, sereno e con tutte le cure necessarie". Ma quella che a tutti gli effetti può essere considerata una denuncia pubblica fatta dall'avvocata, e in un momento nel quale il 41bis è finito nel mirino per la questione dello sciopero della fame attuata dall'anarchico Alfredo Cospito, le fonti sanitarie e penitenziarie hanno ribadito che quanto riportato dalla lega "non corrisponde al quadro clinico" riferito a colui che è al momento e a tutti gli effetti il più eccellente tra i detenuti eccellenti.
Intanto un concorso artistico rivolto agli alunni di tutte le scuole del circondario giudiziario del Tribunale di Marsala e la proposta di intitolare una scuola di Castelvetrano al piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito Santino Di Matteo tenuto prigioniero e poi ucciso e il corpo sciolto nell'acido, sono le iniziative poste in cantiere dalla sottosezione marsalese dell’Associazione nazionale magistrati per ricordare le stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio.