Così il sindaco di Favara Antonio Palumbo ha commentato la notizia dell'inchiesta della procura di Agrigento che ipotizza, per una trentina di dipendenti del comune, reati legati ad un fenomeno di assenteismo.
Il sostituto procuratore di Agrigento, Gloria Andreoli, ha fatto notificare loro un avviso di proroga delle indagini preliminari dell'inchiesta. I reati ipotizzati per gli indagati sono falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici e truffa aggravata e continuata. Il magistrato ha disposto anche l'acquisizione di documenti in municipio. Secondo l'accusa ci sarebbero state false 'timbrature' per risultare presentii dipendenti quando erano in realtà assenti. Indagini sono in corso anche su certificati medici per giustificare l'assenza al lavoro. L'inchiesta è stata avviata nel 2020 dai carabinieri della Tenenza di Favara. Due anni dopo la magistratura agrigentina iscrisse una trentina di persone nel registro degli indagati, scoperchiando così la pentola di un fenomeno di assenteismo che, stando a quanto si apprende, riguarderebbe persone che non tutte erano assunte a tempo indeterminato. La vicenda ha preso consistenza ieri, quando al Comune si sono presentati i carabinieri per acquisire documentazione idonea comprovante gli illeciti compiuti. La presenza alquanto nutrita di militari dell’Arma non è passata inosservata ed ecco che l’intera storia è venuta alla luce.
Già lo scorso mese di febbraio la procura aveva fatto notificare a quasi tutti gli indagati richiesta di proroga del termine per le indagini preliminari, evidentemente accordata dal Gip del Tribunale di Agrigento. L’acquisizione in municipio dei documenti utili per rappresentare gli eventuali illeciti commessi costituisce il secondo atto di questa storia.
"Da una parte - dice il primo cittadino - non posso che auspicare che le accuse che saranno eventualmente mosse ai lavoratori si rivelino infondate. Dall’altra non possiamo che assicurare che, in caso di condanna, si attiveranno tutte le procedure del caso a tutela della collettività. Chi ha sbagliato deve pagare". Lo ha detto il sindaco di Favara, Antonio Palumbo, dopo aver appreso che una trentina degli impiegati comunali sono indagati per assenteismo: timbravano senza essere presenti sul posto di lavoro e fornivano certificati medici fasulli, secondo l'accusa.
"E' nostro dovere non solo difendere il buon nome del Comune, ma anche dei tanti dipendenti che con scrupolo e sacrificio forniscono servizi e risposte ai cittadini ogni giorno, anche ben oltre l'effettivo riconoscimento economico" ha aggiunto.