Sono staccate all'alba di oggi perquisizioni a raffica. Ad operare sul territorio di Castelvetrano, paese del capomafia, anche i poliziotti del Servizio centrale operativo di Roma. Controlli voluti dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo: sono stati il procuratore capo Francesco Lo Voi e l'aggiunto Paolo Guido a firmare i provvedimenti, che ipotizzano il reato di "procurata inosservanza di pena" nei confronti di una trentina di persone, tutte ritenute vicine al superlatitante. Si tratta di nomi vecchi e nuovi della goegrafia mafiosa di Castelvetrano, persone citate nelle intercettazioni o dai collaboratori di giustizia. Magistrati e investigatori sono alla ricerca di tracce, per cercare di risalire al padrino condannato per le stragi del 1993 che sembra ormai diventato imprendibile. Perquisizioni in città, ma anche in case di campagna, i poliziotti stanno anche utilizzando attrezzature particolari per verificare l'esistenza di cavità o addirittura di bunker all'interno di immobili. Due anni fa, venne scoperta in una masseria la rete di comunicazione del latitante, che in questi ultimi anni sembra essere diventato un fantasma, qualcuno ha pure ipotizzato che sia nascosto all'estero e torni solo in alcuni periodi dell'anno in Sicilia. Nella masseria la centrale di comunicazione per i pizzini di Messina Denaro. Fra le persone perquisite dalla polizia ci sono anche alcuni parenti del boss, ma non i suoi stretti familiari.