lavoravo in campagna, dai giornali ho appreso di essere il capo di Cosa nostra". Così il superboss arrestato lo scorso 16 gennaio ha risposto ai magistrati durante un interrogatorio nel carcere di massima sicurezza de L'Aquila lo scorso 21 febbraio. "La residenza non ce l’ho più perché il comune mi ha cancellato, ormai sono un apolide", ha aggiunto il capomafia, che secondo quanto riportato dall'agenzia Ansa si è rivolto al Gip Montalto e al Pm della Dda Gianluca De Leo con toni bruschi, a tratti irriverenti. Aggiungendo, riguardo alle proprie condizioni economiche, che non gli manca nulla, anche se aveva beni patrimomiali che le autorità gli hanno tolto. "Se ancora ho qualcosa non lo dico, mica sono stupido", ha poi aggiunto.
Ha poi negato, l'ex primula rossa mafiosa di avere dei soprannomi familiari: "Quelli che ho me li hanno affibbiati i giornalisti", ha aggiunto riferendosi essenzialmente a 'U Siccu e Diabolik. A proposito della sua residenza, ha confermato di avere abitato a Campobello di Mazara, pur se da latitante. L'interrogatorio si è inquadrato in un procedimento che vede Messina Denaro accusato di estorsione nei confronti di Giuseppina Passanante, figlia di un suo prestanome, e del di lei marito, per riavere un terreno che per gli inquirenti sarebbe stato a loro intestato in maniera fittizia, per una vicenda risalente al 1983, quando era ancora vivo il papà del boss Ciccio, a sua volta capomafia. Ma Messina Denaro si è difeso: "Ho scritto solo una lettera per riavere ciò che mi apparteneva".
Si è appreso grazie ad un articolo pubblicato oggi da Repubblica, che Lorenza Alagna, figlia del boss Matteo Messina Denaro, ha incontrato per la prima volta il padre alcuni giorni fa nel supercarcere dell'Aquila. Denaro, che ha compiuto pochi giorni fa 61 anni, in cura contro un tumore, ha visto la figlia 26enne che non ha mai ufficialmente riconosciuto in un braccio blindato del 41 bis. La ragazza, diventata di recente madre, "non ha mai ossequiato il padre-padrino", osserva il quotidiano, ed "è diventata negli ultimi anni la grande inquietudine del capomafia". Nel covo di Campobello i carabinieri avevano trovato decine di messaggi mai spediti a Lorenza. Uno risaliva al giorno del suo diciassettesimo compleanno: "Stai lontana dai mondi che non conosci. Io sono entrato in altri mondi al prezzo della sofferenza, ma tu non osare mai, ti prego". Negli ultimi tempi, però, il travaglio del padrino si era trasformato in rabbia contro la figlia che a 17 anni aveva convinto la madre ad andare via da casa della nonna paterna, a Castelvetrano. Lorenza non ha mai rinnegato il padre e la sua famiglia, ha però sempre rivendicato il diritto a vivere una vita normale.
A Campobello di Mazara, paese su cui il procuratore De Lucia ha detto che non è possibile perseguirlo per avere fatto finta di non sapere che in quella comunità viveva e circolava liberamente un latitante da trent'anni, la questione della lotta alla mafia ha assunto importanti connotazioni politiche. Dopo l'annuncio dei vertici del Partito Democratico di togliere ogni sostegno alla giunta Castiglione, stamattina l'architetto Stefano Tramonte si è dimesso da assessore. Si intuisce che sia stato lui il soggetto che nel partito ha creato qualche imbarazzo. Nel suo studio professionale infatti per decenni ha lavorato Lorena Lanceri, arrestata perché ritenuta la vivandiera del boss latitante Matteo Messina Denaro, la cui ultima residenza era proprio a Campobello di Mazara. Nello studio (gestito da Tramonte insieme al geometra Giuseppe Lanza) ha anche svolto il tirocinio universitario Martina Gentile, figlia di Laura Bonafede, indagata nell’ambito dell’inchiesta sulla rete dei fiancheggiatori al boss. "A Campobello siamo i soli convenzionati con l’Università, da noi sono passati numerosi studenti e, tra questi, anche la Gentile", ha spiegato Tramonte. In una nota, il segretario Baldo Stallone chiarisce la posizione del partito: "i recenti accadimenti impongono, senza indugio alcuno, un momento di riflessione collettiva in tutta la provincia. D’intesa con l’assessore Tramonte e la consigliera comunale Clotilde Balistreri, pur nella consapevolezza di interrompere l’importante lavoro fin qui condotto, non può che considerare conclusa l’attuale esperienza amministrativa". Tramonte ha spiegato che in giornata lascerà "non soltanto la giunta municipale ma anche il partito per consentire una serena riflessione a tutti".
E intanto il consiglio comunale di Corleone ha approvato un ordine del giorno, presentato dal sindaco Nicolò Nicolosi e dalla giunta, con cui auspica l’allontanamento del figlio di Totò Riina, Giuseppe Salvatore, dalla città, dove era tornato lo scorso 4 aprile dopo una lunga assenza per detenzione e per altre ragioni. Tra le motivazioni della richiesta, il fatto che ”Salvuccio” Riina non ha mai preso ufficialmente le distanze da Cosa nostra.