ha registrato importanti successi che hanno permesso il recupero di oltre 900 reperti archeologici.In tema di furti di beni culturali si è registrato un decremento rispetto all’anno precedente. I più colpiti sono stati i luoghi di culto, le biblioteche , i luoghi privati, i luoghi espositivi pubblici ed i musei. La strategia di intervento del Nucleo si è articolata lungo due direttrici fondamentali: l’attività di prevenzione, rappresentata dalle molteplici attività ispettive, e l’azione di contrasto, sviluppata attraverso le indagini di polizia giudiziaria.
Nel corso del 2022, l’attività di prevenzione ha certificato l’esecuzione di 456 controlli finalizzati alla sicurezza dei luoghi della cultura, quali musei, archivi, biblioteche ed aree archeologiche o tutelate da vincoli paesaggistici. Le verifiche hanno altresì riguardato gli esercizi commerciali di settore, con numerosi controlli amministrativi presso mercatini, fiere ed antiquari che rivestono un ruolo fondamentale per contrastare la ricettazione di beni rubati. Infatti, i dati acquisiti vengono successivamente incrociati con quelli presenti nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, la più grande banca dati di opere d’arte rubate al mondo. Altrettanto incisiva è stata l’azione di contrasto, svolta attraverso indagini di polizia giudiziaria, finalizzate al recupero dei beni culturali trafugati e all’individuazione dei sodalizi criminali operanti nel settore. Nel 2022, sono state arrestate 2 persone e 50 deferite in stato di libertà per diversi reati (prevalentemente furto, ricettazione e contraffazione di opere d’arte) e sono stati sequestrati beni culturali illecitamente sottratti per oltre sette milioni di euro, con l’esecuzione di 40 perquisizioni.
I beni recuperati sono stati riconsegnati a musei, chiese e soprintendenze competenti per territorio, allo scopo di garantirne la pubblica fruizione. Sono stati 2.081 i beni recuperati, di cui 924 sono beni archeologici e 1157 beni antiquariali. Tra le operazioni più significative, rientrano il sequestro a Lentini di un’area di 76mq sottoposta a vincolo archeologico e paesaggistico, il sequestro di 92 preziosi reperti archeologici a Noto, il sequestro a Palermo di un dipinto, olio su tela, raffigurante “Nobiluomo”, risalente al XVIII sec. messo in vendita su un sito web case d’asta. Ma sono stati restituiti alla Biblioteca Lucchesiana di Agrigento, tre preziosissimi manoscritti: due dei quali risalenti al 400, oltre al “Dizionario siciliano italiano latino”,un prezioso volume individuato in vendita su un sito web, a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Agrigento e condotte unitamente alla Compagnia Carabinieri di Canicattì.