c'erano perfino le firme di persone decedute o emigrate all'estero (America e Nord Europa) tra gli anni '50 e '60 del secolo scorso e mai più ritornate in Italia. È, questo, solo uno degli scenari che fanno da sfondo all'intervento della guardia di finanza di Sciacca, che agli ordini del capitano Luca Zecchini ha eseguito il sequestro di denaro e altre disponibilità finanziarie per un importo di 240 mila euro nei confronti dei titolari di un'azienda zootecnica. Il provvedimento è stato disposto dal tribunale di Agrigento, che a sua volta aveva accolto una richiesta della procura della Repubblica.
La misura cautelare è scaturita dalle indagini condotte dai finanzieri della compagnia saccense nei confronti dell'impresa, i cui responsabili - secondo gli investigatori - "avrebbero gonfiato in maniera fraudolenta gli importi corrisposti a titolo di contributi a fondo perduto dall’Agea con fondi dell’Unione europea". La norma per accedere a queste provvidenze stabilisce che l’entità della sovvenzione spettante a ciascun beneficiario sia calcolata sulla base della disponibilità dei fondi destinati alle attività agricole. Gli indagati, tuttora a piede libero, sono accusati di avere ripetutamente truffato l’organismo pagatore, dichiarando di condurre superfici di terreno agricolo superiori al reale. Per i finanzieri lo avrebbero fatto mediante la presentazione di falsi contratti di comodato e affitto di terreni stipulati all’insaputa dei proprietari dei terreni.
Diversi proprietari terrieri, interpellati dagli investigatori, hanno disconosciuto le firme apposte sui falsi contratti prodotti ai competenti uffici per poter beneficiare delle erogazioni pubbliche, mentre altre firme erano riferite a persone decedute o emigrate all'estero tra gli anni '50 e '60 del secolo scorso. Un'indagine che non è ancora finita. L’esecuzione del provvedimento giudiziario ha consentito di sottoporre a sequestro denaro e altre disponibilità finanziarie per circa 240.000 euro, ai fini della successiva confisca. Il provvedimento cautelare eseguito interviene nell’attuale fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni che gli stessi investigatori definiscono provvisorie, che dovranno dunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio. La eventuale responsabilità penale degli indagati sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile.