dopo il soccorso in area Sar da parte della motovedetta Cp306 della Guardia costiera, sono giunte altre 114 persone. Sulla lancia di legno di 10 metri, partita da Al Ajaylat, in Libia, c'erano anche 10 donne e 8 minori che hanno dichiarato di essere originari di Eritrea, Etiopia, Ghana, Marocco, Nigeria, Pakistan, Siria ed Egitto. I migranti, stando alle loro dichiarazioni, hanno pagato dalle 3mila alle 4mila euro a testa per la traversata.
Il gruppo è stato, dopo un primo triage sanitario fatto direttamente a molo Favarolo, portato all'hotspot di contrada Imbriacola dove, al momento, ci sono 345 persone. La Prefettura di Agrigento, d'intesa con il Viminale, ha disposto, per la tarda mattinata, il trasferimento di 100, al massimo 130, persone con il traghetto Galaxy che giungerà in serata a Porto Empedocle.
Intanto prosegue a Palermo il processo nei confronti di Matteo Salvini in ordine al mancato via libera all'attracco nel porto di Lampedusa della nave Open Arms per i fatti che risalgono al 20 agosto 2019. L'allora ministro dell'Interno è accusato di sequestro di persona ed omissione di atti d'ufficio. Oggi è stato sentito come testimone il fondatore della Ong Open Arms che si chiama Oscar Camps. Il quale ha consegnato ai giudici una mail dell'ex cancelliera tedesca Angela Merkel. Si tratta della riposta della allora Cancelliera al fondatore della Ong spagnola, che aveva consegnato una lettera all'ambasciatore tedesco in Spagna per sollecitare un intervento dell'Ue per sbloccare la vicenda della nave con a bordo 147 migranti ma che in quella fase non aveva un porto sicuro dove sbarcare. Camps ha poi riferito alla corte la presenza di casi di scabbia, la mancanza d'acqua, situazioni di donne abusate, molti minorenni, perfino di tentativi di suicidio. "C'era una grave emergenza umana e sanitaria a bordo della Open Arms a cui, nell'agosto 2019, veniva negato lo sbarco in un porto italiano", ha detto Camps. "Siamo dovuti intervenire - ha aggiunto - per raccogliere una persona che si era lanciata in mare, sono stati momenti drammatici quelli vissuti a bordo dopo una lunga permanenza in mare, anche in condizioni climatiche difficili". A bordo della nave dei soccorritori c'era, dice Camps, "molta tensione". Alcune persone avevano la scabbia, altre erano disidratate. Oltre alla mancanza di acqua, non c'erano neanche medicine a sufficienza. "Erano tutti provati per una situazione assolutamente insalubre", aggiunge il fondatore di Open Arms.
Testimone di quelle sofferenze fu l'attore Richard Gere che si trovava a Roma e si trasferì a Lampedusa da dove venne poi trasferito a bordo della nave. A Camps aveva dato la disponibilità "a fare qualcosa" per superare il blocco proseguito anche dopo una decisione del Tar favorevole all'Open Arms. Solo dopo l'intervento del procuratore di Agrigento del tempo, Luigi Patronaggio, la nave potè raggiungere il porto di Lampedusa.